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Oceani, 2019 anno record: nelle acque 170mila miliardi di particelle di plastica

Oceani, 2019 anno record: nelle acque 170mila miliardi di particelle di plastica

Il livello di inquinamento da plastica negli oceani raggiunge un nuovo record secondo un recente studio.

Il livello di inquinamento da plastica negli oceani avrebbe raggiunto un nuovo record. È quanto emerge da un recente studio da parte di un team internazionale di scienziati che ha analizzato dati raccolti tra il 1979 e il 2019 in oltre 12mila punti di campionamento negli oceani Atlantico, Pacifico, Indiano e nel Mar Mediterraneo. I risultati, pubblicati sul giornale scientifico PLOS ONE, hanno rivelato un aumento rapido e senza precedenti dell'inquinamento da plastica dagli anni 2005 fino a raggiungere il massimo livello nel 2019.

plastica oceani record
@envatoelements

Oltre 170mila miliardi di particelle di plastica nei nostri oceani

La stima proposta dai ricercatori è che al 2019, nei nostri oceani galleggiassero l’enorme quantità di 171mila miliardi di particelle di plastica per un peso circa di 2,3 milioni di tonnellate. I dati supererebbero le stime realizzate fino ad ora mostrando come il livello di inquinamento da materia plastica nelle acque di mari e oceani abbia raggiungo una portata da record senza precedenti. Stime conservative nel 2016 calcolavano circa 5.300 miliardi di particelle.

La quantità attuale non è l’unica preoccupazione dei ricercatori: il trend rimane infatti in aumento. Secondo gli scienziati, senza politiche di intervento urgenti nella riduzione della produzione dello smaltimento della plastica, la quantità di particelle negli oceani aumenterà del 260% entro il 2040. Nonostante gli sforzi realizzati fino ad ora la produzione di plastica monouso è aumentata considerevolmente negli ultimi decenni. Mentre solo circa il 9% di tutta la plastica viene riciclata, una gran parte finisce per venire dispersa negli oceani, trascinata dai fiumi o dalla pioggia. 

Platica negli oceani: una catastrofe ambientale

La plastica è un materiale estremante resistente e non biodegradabile. Le stesse caratteristiche che l’hanno resa una materiale perfetto per l’industria manufatturiera, sono le stesse che l’hanno resa un incubo per l’ambiente. Alcune materie plastiche impiegano diversi secoli per decomporsi. Durante il loro processo di decomposizione si frammentano in una miriade di particelle. Molte di queste finiscono per galleggiare negli oceani dove sono pressoché impossibili da rimuovere. 

La presenza di plastica nelle acque di oceani e mari rappresenta una grave minaccia per l’ambiente marino. Pesci e altri animali che popolano gli oceani finiscono per scambiare la plastica per cibo, spesso finendo per morire da intossicazione. Altri animali finiscono intrappolati nei frammenti più grandi, altri avvelenati dalle sostanze chimiche tossiche che, rilasciate nell’acqua, compromettono la salute degli ecosistemi marini. Secondo uno studio della Fondazione Ellen MacArthur, con questo trend nel 2050 negli oceani ci sanno più plastica che pesci. 


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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