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Musei ecosostenibili, quattro luoghi da visitare in Italia

Musei ecosostenibili, quattro luoghi da visitare in Italia

In Italia sono sempre più numerosi i musei ecosostenibili che seguono pratiche eco-friendly, eccone quattro da non perdere

Qualche tempo fa Tiziana Maffei, ex presidente ICOM Italia, disse che “i musei non sono più solo al servizio della società, ma al servizio della società per il suo sviluppo sostenibile”. E così è stato: sono ormai molti i musei e le istituzioni culturali di tutto il mondo a raccogliere la sfida della sostenibilità. La responsabilità ambientale e l’attenzione verso le nuove pratiche green è stato un richiamo troppo forte per non essere ascoltato.

Che sia attraverso l’architettura sostenibile o qualche accortezza come il risparmio energetico o l’introduzione di pannelli fotovoltaici, i musei oggi permettono sempre di più l’integrazione tra cultura e sostenibilità, tra museologia e green all’insegna dell’innovazione, dell’attualità e della contemporaneità. Scopriamo insieme alcuni musei ecosostenibili in Italia davvero imperdibili!

Musei ecosostenibili Italia
Foto: Pexels @pixabay

Il MuSe di Trento

Il MuSe (Museo delle Scienze) è un museo ecosostenibile nato nel 2013 a Trento, ormai famoso in Italia e in tutto il mondo. Il museo si trova all’interno del quartiere riqualificato Le Albere e la sua progettazione, realizzata dal famoso architetto genovese Renzo Piano e dal suo studio Piano Building Workshop, ha conseguito quello stesso anno un titolo davvero importante: la certificazione LEED Gold, rilasciata dal Green Building Certification Institute di Washington D.C. che, ben presto, lo ha reso il primo museo sostenibile italiano ad avere questa preziosa certificazione.

Le tecniche costruttive del museo sono attente alla sostenibilità ambientale, al risparmio energetico e ad un uso diversificato delle fonti rinnovabili. I materiali scelti sono stati rigorosamente eco-sostenibili, così come la modalità di costruzione che favorisce la mobilità green, ma soprattutto lo sviluppo della struttura su cinque piani suggerisce una sorta di green house che rappresenta le biodiversità del nostro Pianeta.
L’illuminazione e la ventilazione sono anch’esse naturali e in alcuni spazi rendono l’ambiente più confortevole grazie alla riduzione dei consumi.

Perfino il sistema impiantistico utilizza alcuni accorgimenti che favoriscono varie forme di risparmio energico e i pannelli fotovoltaici sono davvero una svolta per un museo nato da poco. Un’occasione quindi davvero unica non solo per ammirare i meravigliosi contenuti che offre il museo, ma anche per ammirarne la struttura e apprezzarne il coraggio nell’accogliere la sfida ambientale a cui il mondo ci richiama.

Il Mart di Rovereto

Anche il Mart a Rovereto, vicino Trento, è un perfetto esempio di museo ecosostenibile. A dare valore alla sua ricca e varia collezione d’arte è la sua attenzione alle pratiche sostenibili. In tal merito, il Mart possiede un software speciale per controllare le luci e risparmiare sulla bolletta elettrica del 25%.

Il museo è stato il primo in tutta Italia ad offrire questo servizio, con l’obiettivo principale di far riflettere sull’importanza delle tematiche ambientali e sulla possibilità di attuare scelte concrete ogni giorno a favore della sostenibilità. A tal proposito, il Mart organizza spesso convegni ed eventi certificati CO2 zero per aziende ed enti pubblici e promuove o suggerisce pratiche per scegliere consapevolmente (come, ad esempio, raggiungere il museo in treno). Un segnale forte che pone il museo come un attore principale nella lotta a favore di una vita sostenibile.

Il Museo Explora di Roma

Il Museo Explora di Roma è un museo no profit dedicato soprattutto ai bambini. Le famiglie con bambini che visitano la città eterna possono vivere davvero un’esperienza diversa, divertente e sostenibile visitando questo museo. Il museo, infatti, incoraggia il desiderio di apprendimento dei bambini e propone esposizioni stimolanti e divertenti studiate non solo per affascinare i piccoli, ma anche i grandi.

La loro “missione” è proporzionale al loro interesse per l’ambiente: il museo ecosostenibile ha installato due impianti fotovoltaici che producono ogni anno 40mila kWh di elettricità pulita. Piccola curiosità: anche i tetti del Vaticano hanno optato per il fotovoltaico. La Sala Nervi, infatti, produce un quarto della domanda energetica dell’edificio, proprio grazie ai 2.400 moduli fotovoltaici installati sul tetto.

Il Museo Salvatore Ferragamo di Firenze

Un museo da visitare è sicuramente quello di Salvatore Ferragamo, a Firenze. Un museo ecosostenibile che crede nella moda sostenibile, ma soprattutto crede nel suo ruolo attivo quando si parla di sostenibilità ambientale. Nel 2016 il museo viene premiato come primo museo aziendale Green d’Italia, conquistando lo standard internazionale ISO 14064, in relazione alla rendicontazione delle emissioni di CO2 delle proprie attività.

Negli ultimi anni il museo ha ottenuto altre importanti certificazioni grazie alle idee e alle proposte sostenibili che ha realizzato per mostre, eventi e non solo. La sostenibilità, il recupero, il riutilizzo, sono solo alcuni dei valori con cui il museo cerca ogni giorno di coniugare arte e moda…proprio attraverso la sostenibilità.

La sfida che musei e istituzioni culturali hanno raccolto è ancora aperta e in continua evoluzione, col l’auspicio di inserire pratiche in grado di ridurre l’impatto ambientale anche nella gestione interna, così come proporre programmi educativi e didattici per sensibilizzare i cittadini. La strada è lunga e gli sforzi saranno molti, ma sicuramente il numero di musei sostenibili è destinato a crescere.


Cristina Morgese
Cristina Morgese
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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