In Massachusetts ogni anno vengono coltivate 100.000 tonnellate di mirtilli rossi. Si tratta di bacche ricche di proprietà, utilizzate da secoli. Chi dedica la propria vita ai mirtilli rossi sa di essere destinato al duro lavoro, ma oggi il cambiamento climatico rende tutto ancora più difficile. Un peggioramento futuro appare inevitabile e questi preziosi frutti sono in pericolo.
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I mirtilli rossi:
I mirtilli rossi sono originari del Nord America. L’arbusto sempreverde appartiene alle ericacee e cresce in terreni palustri. I frutti sono acidi e assumono il classico colore rossastro al momento della maturazione. I nativi americani li utilizzavano fin dai tempi antichi, mentre i marinai europei iniziarono a consumarli come rimedio contro lo scorbuto. Oggi il mirtillo rosso è presente in molti integratori alimentari. È infatti ricco di vitamina C e di altre sostanze benefiche. I flavonoidi, per esempio, gli conferiscono ottime proprietà antiossidanti. Le proantocianidine, poi, lo rendono un ottimo coadiuvante nella prevenzione e nel trattamento delle infezioni delle vie urinarie.
Mirtilli rossi e cambiamento climatico:
I mirtilli rossi necessitano di inverni rigidi ed estati umide, ma il cambiamento climatico altera ogni equilibrio. Durante l’inverno la pianta entra in una specie di letargo che, spiega la biologa Libby Ellwood, è fondamentale. L’aumento delle temperature compromette il ciclo. Negli inverni contemporanei, ormai meno rigidi, si forma ghiaccio poco consistente e questo priva l’arbusto di un’importante difesa. Anche il caldo crea problemi. In estate a fianco dei frutti in maturazione, spuntano i germogli dell’anno successivo. Un’ondata di calore è dunque in grado di “cuocerli” tutti sui rami. La fioritura, poi, è sempre più precoce, e a tale stadio le frequenti ghiacciate primaverili sono una minaccia.
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Le prospettive future:
I timori per il futuro sono molti. Oggi la temperatura del Nord America sale di 2,2°C all’anno, e sono previsti aumenti anche maggiori. Questo porterà a una fioritura sempre più anticipata dagli esiti incerti. Per ogni grado in più, poi, l’atmosfera trattiene il 7% di acqua in più. Le precipitazioni saranno, allora, meno frequenti, ma più violente e le piante non saranno in grado di sfruttarle. La University of Massachusetts’ Cranberry Station effettua continui rilievi e i coltivatori spesso usano il vapore per rispondere agli inconvenienti previsti. Esso può infatti raffreddare le paludi o, se ghiacciato, creare uno strato protettivo che induce un momentaneo aumento di temperatura.
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Le strategie dei coltivatori per salvare i mirtilli rossi si rivelano purtroppo, faticose e costose. Nulla, peraltro, funziona quanto l’azione della natura stessa. Entro il 2100, ha spiegato Brian Wick, direttore della Cape Cod Cranberry Growers Association, coltivare mirtilli rossi in Massachusetts sarà molto complicato. Agire per stratagemmi palliativi non è più possibile. Ancora una volta, per salvare i frutti, è necessario intervenire alla radice.
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