Microplastiche negli oceani ecco come sono distribuite

L'inquinamento da plastica marina rappresenta ormai una crisi globale: si stima infatti che da 9 a 14 milioni di tonnellate di plastica finiscano negli oceani ogni anno. La decomposizione di questa plastica produce frammenti con dimensioni tra 1 micron e 5 millimetri che rappresentano la maggior parte dei rifiuti plastici presenti nei nostri oceani. Fino a oggi la ricerca si era concentrata soprattutto sulle acque superficiali, ma una nuova indagine internazionale ha analizzato la distribuzione delle microplastiche mappandole dalla superficie fino agli abissi degli oceani e mostrando come siano ormai integrate in tutto l'ambiente marino.

Mappata la distribuzione delle microplastiche negli oceani
Fino ad oggi, la maggior parte degli studi sulle microplastiche negli oceani si era limitata a campionare solo i primi 15-50 centimetri d’acqua, trascurando ciò che accade sotto la superficie. Per la prima volta, un team internazionale di scienziati, guidato dall’Agenzia Giapponese per la Scienza e la Tecnologia Marittimo-Terrestre (JAMSTEC), insieme a ricercatori di università di tutto il mondo, ha realizzato una mappa globale della distribuzione delle microplastiche nell’oceano: dalla superficie fino alle profondità marine. Lo studio si è basato sull’analisi di dati raccolti in quasi 2000 stazioni di campionamento tra il 2014 e il 2024.
I risultati pubblicati sulla rivista Nature, hanno mostrato come le microplastiche non sono solo inquinanti superficiali, ma sono profondamente incorporate nella struttura degli oceani. A determinare la distribuzione sarebbe la loro dimensione con le particelle più piccole (1-100 micrometri) diffuse in modo più uniforme e con una penetrazione più profonda. Le più grandi (100-5.000 micrometri) tendono invece ad accumularsi nei primi 100 metri, specialmente nelle zone di convergenza dei grandi vortici oceanici che intrappolano e concentrano i detriti galleggianti.
Microplastiche ormai pare del ciclo del carbonio oceanico
La ricerca ha evidenziato come la distribuzione verticale delle microplastiche negli oceani dipende molto dalla loro dimensione e densità: le particelle più piccole rimangono sospese più a lungo e si spostano più facilmente, mentre quelle più grandi vengono intrappolate in specifici strati d’acqua. I ricercatori hanno identificato più di 56 tipi di polimeri plastici nei loro dati. I polimeri più leggeri, come il polipropilene e il polietilene, dominano nelle acque superficiali, mentre quelli più densi si trovano più facilmente al largo e in profondità.
A colpire in particolar modo gli scienziati è stata la realizzazione della pervasività dell’inquinamento da microplastiche nelle acque oceaniche. Secondo i ricercatori, le microplastiche stanno diventando una parte misurabile del ciclo del carbonio dell'oceano. Costituiscono solo lo 0,1% delle particelle di carbonio a 30 metri di profondità, ma questa percentuale sale al 5% a 2.000 metri dove le particelle tendono ad accumularsi.
Ciò suggerirebbe come le microplastiche potrebbero finire per alterare processi chimici e biologici chiave nelle profondità oceaniche, con potenziali conseguenze sugli animali e l’ecosistema.
