Il materiale
Non solo scarti alimentari, quindi, ma anche molti altri rifiuti che di solito non vengono differenziati dalle famiglie. “Il processo per l’UBQ comincia con i rifiuti delle case destinati alle discariche – bucce di banana, ossa di pollo o altri residui di cibo; carta e cartone; pannolini e plastica riciclata – tutto tranne vetro e metallo, che sono rimossi e mandati al riciclo”, ha spiegato Albert Douer, presidente escutivo di UBQ Materials, a Fast Company.
Tenere i rifiuti fuori dalla discarica, significa evitare una grossa produzione di emissioni climalteranti. In un mondo ideale, sarebbe necessario creare meno immondizia. Riciclare i vari materiali separatamente, inoltre, avrebbe un valore più grande che riciclarli mescolati. Il problema è che gran parte dei sistemi di riciclo sono ancora imperfetti. “Anche nei Paesi dotati di infrastrutture di riciclo sofisticate, oltre l’80 percento dei rifiuti è giudicato non riciclabile per colpa di una selezione inefficiente, contaminazione da cibo, umidità e presenza di materiali complessi composti da più strati”, ha aggiunto uno dei co-fondatori di UBQ, Jack Bigio. Con la sua tecnologia l’azienda punta a svuotare le discariche, evitare l’incenerimento di questi rifiuti “difficili” e avviare anch’essi in un percorso di economia circolare.
Caratteristiche vassoi e numeri
Un percorso che dà origine a un materiale termoplastico che può essere utilizzato per vari scopi, dai pavimenti fino alla creazione di mobili. E appunto per i vassoi da fast-food. In una prima fase ArcosDorados introdurrà in 30 ristoranti McDonald’s di 20 città brasiliane 7mila nuovi vassoi su cui servire i propri clienti. L’azienda garantisce che, a parte il logo UBQ, i nuovi supporti saranno identici ai predecessori . Questi ultimi saranno destinati a diversi progetti di economia circolare.
Per il franchising di McDonald’s, è solo l’ultimo passo di una più estesa lotta alla plastica monouso e vergine. Tra il 2018 e il 2019, ne sono state eliminate dai ristoranti circa 13 milioni di tonnellate. “L’aspetto positivo del nostro programma è che quella plastica non è mai più ritornata nei nostri locali. È un programma permanente, così l’impatto è esponenziale”, ha spiegato Gabriel Serber, direttore per lo sviluppo sostenibile di Arcos Dorados.