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Mascherine anti-smog: sono davvero utili?

Mascherine anti-smog: sono davvero utili?

Virus e inquinamento hanno innescato la diffusione delle mascherine anti-smog, ma sono presidi davvero utili per proteggerci?

Se fino a qualche tempo fa eravamo abituati a veder indossare le mascherine anti-smog quasi unicamente dalle popolazioni asiatiche, costrette a vivere in città con un alto tasso di smog, oggi non è raro vederle indossate anche dagli occidentali. Tralasciando il problema del Coronavirus, che ha spinto molte persone ad acquistare e indossare mascherine protettive, vediamo di capire se sono davvero utili per proteggerci dall’inquinamento.

Efficacia delle mascherine anti-smog

Cominciamo col dire che ad oggi non sono ancora state condotte ricerche scientifiche che attestino l’utilità delle mascherine anti-smog sul lungo periodo. Inoltre, parlare di mascherine è piuttosto generico perché in commercio ne esistono diverse tipologie, ognuna delle quali destinata a un particolare utilizzo. Le classiche mascherine di carta o di tessuto ad esempio, non proteggono dagli agenti inquinanti (né tantomeno da virus e batteri), ma vengono utilizzate per limitare la diffusione dei propri germi (come evidenziato in una ricerca compiuta all’università di Hong Kong nel 2014): si tratta quindi di una forma di igiene personale e non di protezione da agenti esterni.

A questo va ad aggiungersi lo studio intitolato Effectiveness of face masks used to protect Beijing residents against particulate air pollution, pubblicato su BMJ Journal, condotto da un ente di ricerca britannico secondo il quale, perché siano efficaci, le mascherine anti-smog devono aderire al viso: naso e bocca infatti non devono in alcun modo entrare in contatto con l’aria non filtrata. Ma se fosse così semplice quasi tutti porteremmo una mascherina. Nella realtà lo smog non è un’unica grande entità che possiamo combattere semplicemente indossando una mascherina di carta: PM10, PM2.5, azoto, ozono, zolfo, idrocarburi policiclici aromatici e composti del carbonio sono solo alcune delle particelle inquinanti presenti nell’aria.

Per potersi difendere occorre quindi rivolgere la propria attenzione a prodotti specifici la cui produzione è regolamentata dalla norma europea EN149 del 2009 che divide le mascherine in tre classi di protezione: FFP1, utilizzate nell’industria edile e alimentare, FFP2 impiegate nell’industria mineraria e metallurgica, FFP3 più protettive, ma anche pesanti e scomode. Fatti questi chiarimenti viene quindi da domandarsi quale mascherina anti-smog acquistare. Secondo quanto riportato da Il Post, brevi spostamenti in bicicletta o a piedi possono essere protetti da una mascherina FFP1, mentre un vigile costretto a trascorrere diverse ore nel traffico, dovrebbe optare per una di seconda classe. Occorre tenere presente però che nessuna di queste maschere può proteggere dai gas inquinanti ma unicamente dal particolato.

Le mascherine anti-smog, se scelte accuratamente, possono aiutare a proteggere le vie respiratorie dal particolato più grande, ma per massimizzare i benefici occorre rivolgere la propria attenzione verso prodotti di qualità, ideati specificatamente per quello scopo.


Beatrice Piselli
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Dopo una Laurea in Ingegneria mi sono allontanata dai numeri e avvicinata a nuove forme di espressione, come la fotografia e la scrittura. Il mio blog, Il Cucchiaio Verde, racchiude entrambe le passioni e ha come filo conduttore uno stile di vita vegetariano.
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