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Mangiare meno carne per salvare il pianeta, massimo 2 hamburger a settimana

Mangiare meno carne per salvare il pianeta, massimo 2 hamburger a settimana

Mangiare meno carne, al massimo due hamburger, è una delle misure per contrastare la crisi climatica suggerite da un recente rapporto

Per salvare il pianeta dovremmo mangiare meno carne: è una delle azioni necessarie per contrastare la crisi climatica così come sono emerse dal rapporto del 2022 sullo stato delle azioni per il clima redatto dall’associazione di ricerca no-profit World Resource Institute. Il documento fornisce una visione completa sul divario tra ciò che dovremmo fare e quello che stiamo facendo per mantenere il riscaldamento globale entro gli 1,5°C come da accordi di Parigi. Nemmeno a dirlo, siamo ancora molto lontani.

Mangiare meno carne
Foto: Marta Dzedyshko @Pexels

Mangiare meno carne, massimo 2 hamburger a settimana

Tra le azioni che dovremmo intraprendere immediatamente per tentare di restare entro i limiti degli accordi di Parigi ci sarebbe un necessario cambio di dieta. Il mondo occidentale, quindi Europa, Americhe e parte dell’Oceania, deve mangiare meno carne, al massimo l’equivalente di 2 hamburger a settimana. La produzione di carne destinata all’alimentazione umana è responsabile da sola di quasi il 60% di tutti i gas serra prodotti dal settore alimentare.

Un kilogrammo di proteine di carne di manzo produce quasi 300kg di CO2 equivalenti. Secondo la FAO, nel 2013 le emissioni totali del settore dell’allevamento animale ammontavano a 7,1 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno: pari a circa il 15% di tutte le emissioni di gas serra prodotte dall’uomo. Per restare allineati con gli obiettivi di Parigi dovremmo ridurre il consumo di carne almeno 5 volte più velocemente di quanto sta avvenendo.

Gli altri obiettivi da raggiungere

Ma mangiare meno carne non è l’unico obiettivo da centrare secondo il rapporto. Per far fronte all’emergenza della crisi climatica dovremmo anche:

  • Eliminare completamente la produzione di energia da centrali a carbone, 6 volte più velocemente di quanto stiamo facendo
  • Migliorare l’efficienza energetica di edifici residenziali e commerciali, fino a 7 volte più velocemente
  • Ridurre la quantità di CO2 emessa dal settore edilizio, almeno 10 volte più velocemente
  • Espandere il sistema di trasporti pubblici, 6 volte più velocemente
  • Ridurre la deforestazione 2,5 volte più velocemente
  • Eliminare i finanziamenti all’industria dei combustibili fossili, 5 volte più velocemente

Siamo ancora molto indietro

Dei 40 indicatori analizzati nel rapporto, nessuno è risultato sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi dichiarati dagli accordi di Parigi. Il 2030 è dietro l’angolo e l’umanità è ancora molto lontana dall’affrontare la crisi climatica con la necessaria tempestività. Dei 40 indicatori, solo 6 stanno procedendo nella giusta direzione ma a velocità insufficiente, 21 stanno procedendo nella giusta direzione ma a passo di tartaruga, 5 starebbero addirittura peggiorando mentre per i restanti 8 non esistono sufficienti informazioni. Insomma, secondo il rapporto, per affrontare la crisi un cambio di passo immediato non è più rinviabile.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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