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Limone di Siracusa, un milione di quintali per conquistare l'Europa

Limone di Siracusa, un milione di quintali per conquistare l'Europa

Il limone di Siracusa IGP è un agrume in controtendenza, uno dei pochi frutti i cui numeri segnano ancora una crescita di mercato, soprattutto in Europa. Basta vedere i numeri della stagione appena conclusasi, che ha visto oltre un milione di quintali di limoni raccolti, spartiti più o meno equamente tra mercato del fresco e quello dei prodotti trasformati.

Una chicca italiana, 3 volte l’anno

Noi italiani, si sa, siamo attenti a certe cose: delle 9 denominazioni IGP riconosciute in Europa, sei sono nostrane, mentre si accodano con una varietà a testa Francia, Portogallo e Spagna. Oltre il limone di Siracusa troviamo il limone di Sorrento, il limone Costa d'Amalfi, il limone Interdonato di Messina, il Femminello del Gargano, e il limone di Rocca Imperiale.

La chiave per il successo di questo prodotto sono le sue caratteristiche particolarmente uniche, come la quantità elevata di succo, o l’abbondanza di ghiandole oleifere nella buccia, senza dimenticare la qualità dell’olio essenziale. Viene anche detto femminello per la sua spiccata produttività, con tre diverse fioriture durante l’anno: il primofiore tra ottobre a marzo; il bianchetto tra aprile e giugno, e infine il verdello nell’ultima parte dell’estate.

Un business in aumento

Il Consorzio registra numeri sicuramente interessanti, con le superfici destinate a nuovi giardini in aumento costante, una differenza che si fa sentire rispetto al resto del comparto agrumicolo. Stiamo parlando di quasi il 42% dell’intera produzione nazionale, 5300 ettari dedicati esclusivamente alla varietà siracusana.

I produttori che rientrano nel consorzio sono oltre 180, divisi tra piccoli, medi e grandi, a cui si aggiungono intermediari e confezionatori, dando vita ad un microcosmo complesso e fertile. Il risultato è stato il milione di quintali prodotti quest’anno, di cui un quarto destinato al mercato Europeo. Anche Ferrero si è rivolta a questo frutto per un nuovo prodotto a base di agrumi, sottolineando come il prodotto si presti anche a lavorazione di stampo più industriale.

Quest’anno probabilmente non andrà altrettanto bene, aggiunge Fabio Moschella, presidente del Consorzio, che anticipa. «La pianta osserva i suoi cicli produttivi, ed è del tutto naturale che un'annata possa essere meno produttiva di un'altra. Di per sé, quella del Verdello è già la produzione meno abbondante in termini di resa, se confrontata, rispettivamente, con le produzioni di Primofiore d'autunno e d'inverno»

Fonti: ansa.it - siracusa.gds.it - wikipedia.org - salepepe.it - lasicilia.it


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REDAZIONE
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