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Limite 30 chilometri orari, quali città lo adottano in Europa e in Italia?

Limite 30 chilometri orari, quali città lo adottano in Europa e in Italia?

Molte città in Europa e in Italia hanno optato per il limite dei 30 chilometri orari per promuovere sicurezza e tutela dell’ambiente

Il limite dei 30 chilometri orari è ormai per molte città europee e italiane una realtà solida. Le amministrazioni decise ad adottare tale provvedimento si stanno moltiplicando e, mentre le auto lasciano il posto ad altri mezzi, la mobilità si trasforma. A trarne vantaggio sono tanto la sicurezza quanto l’ambiente e i primi a essere soddisfatti sono i cittadini.

limite 30 chilometri orari
Foto: Francesco Ungaro @Pexels

Perché il limite dei 30 chilometri orari?

L’idea di introdurre il limite dei 30 chilometri orari nelle zone urbane nasce dalla volontà di tutelare cittadini e ambiente. La norma si mostra, infatti, in primis, alleata della sicurezza. Riducendo la velocità, infatti, il numero di incidenti diminuisce e, anche in caso di impatti, il rischio che le conseguenze siano gravi o che i sinistri si rivelino mortali, rimane contenuto. A godere dei massimi vantaggi sono pedoni e ciclisti che, nelle città in cui è in vigore il limite, si moltiplicano. La promozione di una mobilità alternativa, che vede le auto messe in secondo piano, porta a una considerevole riduzione dell’inquinamento sia atmosferico, sia acustico. Le analisi mostrano, poi, che imporre una velocità ridotta non significa alimentare il traffico, ma facilitarne, al contrario, lo scorrimento.

In Europa

Ad aver introdotto il limite dei 30 chilometri orari sono ormai diverse città europee. La prima realtà a optare per la norma è stata nel 1979 la francese Chambery, che conta 60.000 abitanti. Le zone 30 sono state gradualmente estese e il numero di incidenti è passato, tra quella data e il 2006, da 432 annui a 13. Oggi in Francia ad adottare la limitazione sono, fra le altre, anche Grenoble e soprattutto Parigi. In Spagna le realtà coinvolte sono ormai diverse. Tra esse spiccano Bilbao, con l’87% della rete a velocità ridotta, e Valencia, Capitale Verde Europea per il 2024. Altre grandi metropoli come Berlino, Amburgo, Zurigo, Helsinki, Edimburgo e Graz non fanno eccezione. Londra ha, poi, iniziato il processo già nel 2000.

E in Italia?

Le città che hanno optato per il limite dei 30 chilometri orari non mancano nemmeno in Italia. L’ultima a unirsi alla lista è stata Milano che imporrà il limite su tutte le strade urbane da gennaio 2024. A fare da apripista troviamo però Cesena, che nel 1998 ha istituito la prima strada 30 della storia della Penisola. La sarda Olbia è invece la prima che ha imposto la velocità ridotta su tutta la rete a giugno 2021. A Bologna il provvedimento diventerà effettivo a giugno 2023 e Parma seguirà nel 2024 allargando man mano il perimetro coinvolto. Torino ha approvato il limite per tutte le strade senza diritto di precedenza, mentre Firenze punta a estendere la norma a zone sempre più ampie. Bergamo, Vicenza, Verona, Genova, Cuneo, Arezzo e Caserta si stanno muovendo nella stessa direzione.

Il limite dei 30 chilometri orari sembra costituire il futuro della mobilità sostenibile urbana. Gli abitanti delle metropoli che hanno già sperimentato l’impatto del provvedimento si dicono soddisfatti dei cambiamenti. Le statistiche mostrano che i tempi di percorrenza aumentano di circa 30 secondi per chilometro e i miglioramenti nello stile di vita sembrano giustificare il gap.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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