I licheni non si adattano ai cambiamenti climatici, rischi per gli ecosistemi
I cambiamenti climatici stanno obbligando i licheni a una corsa contro il tempo, ma la rapidità di adattamento non sembra essere il loro forte. Questi organismi sono stati al centro di uno studio pubblicato in Frontiers in Microbiology che ha cercato di fornire previsioni razionali. I risultati sono apparsi inquietanti e, poiché perdere questi fondamentali membri del sistema naturale significherebbe alterare equilibri delicati, intervenire è d’obbligo.
I licheni
I licheni sono organismi dalle caratteristiche uniche che, spesso, vengono poco considerati. Simili al muschio, molti li confondono con esso, ma la loro complessità è, in realtà, elevata. Sono, infatti, formati dalla relazione simbiotica tra funghi e alghe o cianobatteri. L’alga, autotrofa, fornisce, attraverso la fotosintesi, zuccheri e nutrienti, mentre il fungo restituisce minerali e acqua. Quest’ultimo garantisce, poi, anche riparo in quella che diventa una sorta di “serra” che fa da habitat. I licheni sono sulla Terra da 250 milioni di anni e hanno affrontato moltissimi sconvolgimenti climatici. Oggi hanno colonizzato tutti gli ambienti, dai deserti caldi alla tundra.
Licheni e cambiamenti climatici
A concentrarsi sulla relazione tra licheni e cambiamenti climatici è stato un team guidato dal biologo Matthew Nelsen. Gli scienziati hanno analizzato diverse specie di licheni, caratterizzate dalla presenza delle alghe Trebouxia. Ricostruendo il loro percorso evolutivo tramite analisi del DNA, hanno esaminato i tempi di risposta ai mutamenti del clima occorsi in passato. Grazie a test statistici hanno, poi, costruito delle proiezioni su ciò che potrebbe accadere nei prossimi anni. I risultati hanno mostrato che molte specie hanno bisogno di centinaia di migliaia, se non di milioni, di anni per adattarsi ai cambiamenti climatici. In un mondo in cui il riscaldamento globale corre, ciò potrebbe tradursi in socmpase significative.
Il futuro
I dati sui licheni sollevano preoccupazioni. Questi organismi sono, infatti, importanti per diversi ambienti. Nei deserti stabilizzano il suolo e limitano l’erosione. Nelle foreste pluviali sono centrali per l’equilibrio idrico, mentre in altre zone forniscono nutrienti alla fauna, come nel caso delle renne. Oggi i licheni ricoprono il 7% della superficie terrestre e la scomparsa di varie specie potrebbe sconvolgere anche i cicli di sequestro del carbonio. Gli scienziati hanno sottolineato che non tutte le 7.000 specie di licheni di Trebouxia sono destinate a estinguersi a causa dei cambiamenti climatici. Assisteremo, invece, probabilmente, alla nascita di nuove simbiosi. Progredire nella ricerca per prepararsi a ogni evenienza e agire per mitigare l’impatto del riscaldamento globale resta, però, vitale.
Per i licheni adattarsi ai cambiamenti climatici non sarà di certo semplice e ciò non può che risultare un ulteriore campanello d’allarme. Ignorare i segni che la natura ci sta dando non è più possibile. Forse il binomio “muschi e licheni”, che ognuno di noi ha conosciuto alle scuole elementari, diventerà, ora, un elemento a cui prestare più attenzione.
