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Le reti acchiappanebbia portano l’acqua nel deserto del Cile

Le reti acchiappanebbia portano l’acqua nel deserto del Cile

Il deserto di Atacama del Cile avanza, ma esperti e comunità locali hanno trovato il modo di riportare acqua e abitanti nella zona.

In Cile il deserto di Atacama avanza e l’acqua scarseggia. Ma, quando l’ingegno guarda alla natura, spesso trova delle soluzioni anche per i problemi più complessi. Alcune comunità locali, infatti, sfruttando la tipica nebbia che si forma in questo ambiente, hanno trovato il modo di raccogliere acqua e far rivivere la loro società.

acqua deserto cile
@envatoelements

Il deserto che avanza

Un po' per il consumo eccessivo di acqua, un po' per l’erosione artificiale del suolo, e un po' per il clima che cambia, il deserto di Atacama in Cile si espande. Si pensa che il 23% della superficie del Paese sia a rischio desertificazione, in particolare nella regione di Coquimbo, nella Riserva del Cerro Grande.

Qui è dove si trova il limite Sud del deserto, ed è anche dove vive la comunità di Peña Blanca. Fino agli anni ’80 questa comunità prosperava, soprattutto grazie alla produzione del grano. Ma la coltivazione intensiva ha consumato l’acqua ed eroso la terra, e le piogge si sono fatte meno frequenti. Gli agricoltori hanno allora iniziato a importare il grano, ma i prezzi si sono fatti presto insostenibili. Così sia la coltivazione che la comunità sono state abbandonate.

Le reti nebbiogene riportano l’acqua nel deserto del Cile

Nel 2006 tutto questo inizia a cambiare. Esperti e membri della comunità fanno caso alla gran quantità di nebbia che si forma periodicamente nel Cerro Grande. Provano quindi a installare delle reti acchiappanebbia, che fanno condensare le goccioline d’acqua. E i risultati sono fin da subito clamorosi: ogni metro quadrato di rete riesce a raccogliere fino a 2000 litri di acqua all’anno.

Oggi, nella Riserva del Cerro Grande, sono stati installati 252 m2 di reti, che raccolgono 1500 litri di acqua al giorno e 500.000 in un anno. La comunità di Peña Blanca usa quest’acqua per sostentamento, ma anche per irrigare la vegetazione locale. E infatti ora prosperano qui almeno 30 specie di piate autoctone, e più di 30 specie di uccelli.

E riportare l’acqua in questa parte di deserto del Cile ha fatto anche di più. Le persone, infatti, hanno ricominciato a popolare la zona. Hanno aperto nuove attività, e questo ha anche iniziato ad attirare turismo.

Altri progetti in cantiere

Di iniziative come questa, in aree vicine, ne stanno nascendo altre. Tutte votate a raccogliere acqua e a prevenire l’erosione del suolo. Però sono tutti progetti pilota, per i quali manca un sostegno politico a lungo termine. Esperti e comunità si stanno quindi impegnando per costruire qualcosa di più permanente.


Enrico Becchi
Enrico Becchi
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Scrittore, divulgatore scientifico, giornalista. Con quello che scrivo e racconto cerco di rendere le persone consapevoli di sé stesse e del mondo spaziando fra tanti ambiti, fra le scienze naturali e le scienze di frontiera.
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