inNaturale
Home
>
Le poesie più belle sulla pioggia

Le poesie più belle sulla pioggia

Da Gabriele D’Annunzio a Federico Garcia Lorca andiamo a scoprire insieme alcune delle poesie più belle dedicate nel tempo alla pioggia.

La pioggia affascina da sempre l’uomo e nel tempo i poeti hanno dedicato alle gocce scroscianti più di un pensiero. Alcuni si sono concentrati su come il fenomeno calmi gli animi e trasformi i paesaggi, disponendo le menti alla meditazione. Altri hanno, invece, sottolineato che gli scrosci d’acqua favoriscono la nostalgia e, a volte, un senso di turbamento. Andiamo, allora a scoprire insieme alcune delle poesie più belle sulla pioggia.

Le poesie più belle sulla pioggia
@envatoelements

Poesie sulla pioggia 

“Pioggia” di Federico Garcia Lorca 

La pioggia ha un vago segreto di tenerezza 
una sonnolenza rassegnata e amabile, 
una musica umile si sveglia con lei 
e fa vibrare l'anima addormentata del paesaggio. 

È un bacio azzurro che riceve la Terra, 
il mito primitivo che si rinnova. 
Il freddo contatto di cielo e terra vecchi 
con una pace da lunghe sere. 

È l'aurora del frutto. Quella che ci porta i fiori 
e ci unge con lo spirito santo dei mari. 
Quella che sparge la vita sui seminati 
e nell'anima tristezza di ciò che non sappiamo. 

La nostalgia terribile di una vita perduta, 
il fatale sentimento di esser nati tardi, 
o l'illusione inquieta di un domani impossibile 
con l'inquietudine vicina del color della carne. 

L'amore si sveglia nel grigio del suo ritmo, 
il nostro cielo interiore ha un trionfo di sangue, 
ma il nostro ottimismo si muta in tristezza 
nel contemplare le gocce morte sui vetri. 

E son le gocce: occhi d'infinito che guardano 
il bianco infinito che le generò. 

Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco 
e vi lascia divine ferite di diamante. 
Sono poeti dell'acqua che hanno visto e meditano 
ciò che la folla dei fiumi ignora. 

O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento, 
pioggia tranquilla e serena di campani e di dolce luce, 
pioggia buona e pacifica, vera pioggia, 
quando amorosa e triste cadi sopra le cose! 

O pioggia francescana che porti in ogni goccia 
anime di fonti chiare e di umili sorgenti! 
Quando scendi sui campi lentamente 
le rose del mio petto apri con i tuoi suoni. 

Il canto primitivo che dici al silenzio 
e la storia sonora che racconti ai rami 
il mio cuore deserto li commenta 
in un nero e profondo pentagramma senza chiave. 

La mia anima ha la tristezza della pioggia serena, 
tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile, 
ho all'orizzonte una stella accesa 
e il cuore mi impedisce di contemplarla. 

O pioggia silenziosa che gli alberi amano 
e sei al piano dolcezza emozionante: 
da' all'anima le stesse nebbie e risonanze 
che lasci nell'anima addormentata del paesaggio!

“Ascoltavo la pioggia” di Alda Merini 

Ascoltavo la pioggia 
domandare al silenzio 
quale fragile ardore 
sillabava e moriva. 

L’infinito tendeva 
ori e stralci di rosso 
profumando le pietre 
di strade lontane. 

Mi abitavano i sogni 
odorosi di muschio 
quando il fiume impetuoso 
scompigliava l’oceano. 

Ascoltavo la pioggia 
domandare al silenzio 
quanti nastri di strade 
annodavano il cuore. 

E la pioggia piangeva 
asciugandosi al vento 
sopra tetti spioventi 
di desolati paesi.

“La pioggia è caduta” di James Joyce 

La pioggia è caduta tutto il giorno. 
Oh, vieni tra gli alberi madidi. 
Le foglie giacciono fitte sul viale 
dei ricordi. 

Nel viale dei ricordi sosteremo 
un poco e poi ci lasceremo. 
Vieni, amore, dove io possa parlarti 
intimamente.

“La Pioggia nel Pineto” di Gabriele D’Annunzio 

Taci. Su le soglie 
del bosco non odo 
parole che dici 
umane; ma odo 
parole più nuove 
che parlano gocciole e foglie 
lontane. 
Ascolta. Piove 
dalle nuvole sparse. 
Piove su le tamerici 
salmastre ed arse, 
piove sui pini 
scagliosi ed irti, piove su i mirti 
divini, 
su le ginestre fulgenti 
di fiori accolti, 
su i ginepri folti 
di coccole aulenti, 
piove su i nostri volti 
silvani, 
piove su le nostre mani 
ignude, su i nostri vestimenti 
leggeri, 
su i freschi pensieri 
che l’anima schiude 
novella, 
su la favola bella 
che ieri 
t’illuse, che oggi m’illude, 
o Ermione. 

Odi? La pioggia cade 
su la solitaria verdura 
con un crepitio che dura 
e varia nell’aria 
secondo le fronde 
più rade, men rade. 
Ascolta. Risponde 
al pianto il canto 
delle cicale 
che il pianto australe 
non impaura, 
né il ciel cinerino. 
E il pino 
ha un suono, 
e il mirto 
altro suono, e il ginepro 
altro ancora, stromenti 
diversi 
sotto innumerevoli dita. 
E immensi 
noi siam nello spirito 
silvestre, 
d’arborea vita viventi; 
e il tuo volto ebro 
è molle di pioggia 
come una foglia, 
e le tue chiome 
auliscono come 
le chiare ginestre, 
o creatura terrestre 
che hai nome 
Ermione. 

Ascolta, Ascolta. L’accordo 
delle aeree cicale 
a poco a poco 
più sordo 
si fa sotto il pianto 
che cresce; 
ma un canto vi si mesce 
più roco 
che di laggiù sale, 
dall’umida ombra remota. 
Più sordo e più fioco 
s’allenta, si spegne. 
Sola una nota 
ancor trema, si spegne, 
risorge, trema, si spegne. 
Non s’ode voce del mare
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
L'argentea piogga che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta Ascolta. 
La figlia dell’aria è muta: 
ma la figlia 
del limo lontana, 
la rana, 
canta nell’ombra più fonda, 
chi sa dove, chi sa dove! 
E piove su le tue ciglia, 
Ermione. 

Piove su le tue ciglia nere 
sì che par tu pianga 
ma di piacere; non bianca 
ma quasi fatta virente, 
par da scorza tu esca. 
E tutta la vita è in noi fresca 
aulente, 
il cuor nel petto è come pesca 
intatta, 
tra le palpebre gli occhi 
son come polle tra l’erbe, 
i denti negli alveoli 
son come mandorle acerbe. 
E andiam di fratta in fratta, 
or congiunti or disciolti 
(e il verde vigor rude 
ci allaccia i melleoli 
c’intrica i ginocchi) 
chi sa dove, chi sa dove! 
E piove su i nostri volti 
silvani, piove su le nostre mani 
ignude, 
su i nostri vestimenti 
leggeri, su i freschi pensieri 
che l’anima schiude 
novella, su la favola bella 
che ieri 
m’illuse, che oggi t’illude, 
o Ermione.


Alice Facchini
Alice Facchini
Scopri di più
Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
Scopri di più
Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità editoriali, i prodotti e le offerte