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Le origini degli strani rituali del bere

Le origini degli strani rituali del bere

Quali sono le origini dei più strani rituali del bere? Il mondo è pieno di stravaganti usanze legate al rito del bere in compagnia. Ecco le storie che li hanno originati e fatti giungere fino ai nostri giorni.

Bere un drink con gli amici, in ogni stato, vuole i suoi rituali. Il mondo è invaso da strane usanze legate al bere che racchiudono in sé le storie e le leggende che le hanno originate. Dall’Inghilterra al Giappone a ognuno il suo rituale, ma il denominatore comune di mantenere in vita delle usanze che affondano le loro radici in un lontano passato.

Inghilterra: brindisi e toast

Il verbo inglese per brindare è toasting, può suonare strano, ma la ragione alla base in realtà risulta piuttosto pensata e, sì, c’entra il pane abbrustolito. Il termine toast per indicare il brindisi, infatti, vede i natali nel XVII secolo in cui la qualità del vino era decisamente diversa rispetto a quella di oggi. Per questa ragione veniva corretto con pezzetti di pane abbrustolito e condito (toast appunto), oppure con delle spezie, per migliorarne il sapore.

Spagna: mai farsi l’ultimo drink… al limite il penultimo!

In Spagna alla fine di una serata di bagordi non si sentirà mai dire «facciamoci l’ultimo drink!», al limite la penultima! Questo modo di indicare l’ultimo bicchiere ha un’origine fortemente scaramantica, in quanto si ritiene che l’ultimo bicchiere debba essere letteralmente riferito all’ultimo della propria vita.

Germania: il rapimento

In Germania è uso che la notte prima delle nozze i testimoni dello sposo «rapiscano» la futura sposa per portarla fuori a bere. Questa usanza ha un’origine ben più cruenta, infatti nel XVI secolo, tra il popolo dei Goti germanici, il testimone dello sposo aveva il compito di rapire dalla sua famiglia la sposa prima delle nozze, per poi convincere a suon di cazzotti o sul fil di spada i familiari della sposa a dare il loro benestare durante la cerimonia.

Olanda: la testata

In Olanda esiste un’usanza legata al bere detta Kopstootje, letteralmente «la testata». Con Kopstootje si intende ancor oggi l’accoppiata di una birra con uno shot di gin riempito fino all’orlo. La tradizione vuole che l’interessato non possa toccare con le mani il bicchierino a forma di tulipano per il primo sorso, e debba dunque chinarsi simulando una sorta di testata.

Ungheria: mai battere i bicchieri

Questa usanza ha un’origine un po’ più recente, infatti trova la sua origine nel corso dei moti rivoluzionari del 1848. 13 congiurati ungheresi furono scoperti e giustiziati: la loro morte venne festeggiata dai reazionari sbattendo dei boccali di birra. Da quel momento il popolo ungherese in onore dei congiurati non brindò più battendo i bicchieri.

Norvegia: bere dai teschi

La questione, in questo caso, si trova a metà strada tra linguistica e leggenda. La parola norvegese per indicare un brindisi è skål, termine che tradotto dalla lingua antica indica sia una «ciotola» che un «teschio». Se ha ciò si aggiunge la leggenda dei vichinghi che amavano celebrare le vittorie bevendo dai teschi dei loro nemici, il quadro trova un senso.

Giappone: mai riempire il tuo bicchiere!

In Giappone, così come in altre culture asiatiche, è ritenuto sconveniente versarsi da bere nel proprio bicchiere o lasciare che gli altri si versino da bere da soli. Questo usanza pare essere un gesto di cortesia per lasciare al giudizio dei propri commensali quando sia necessario un bel rabbocco. Risultato: una sbronza colossale assicurata!

Bonus: perché si dice shot?

Il termine shot trova le sue origini nel selvaggio west, quando nei saloon il costo di un bicchierino di whisky era lo stesso di una pallottola, con cui spesso si poteva anche direttamente pagarlo.


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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