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La strana predazione del millepiedi gigante americano

La strana predazione del millepiedi gigante americano

Ogni estate sull’isola di Tuckernuck vengono ritrovati numerosi esemplari di millepiedi gigante americano senza testa.

Anche nel mondo degli animali ci sono dei misteri irrisolti. Uno di questi è quello degli innumerevoli esemplari di millepiedi gigante americano che ogni anno vengono ritrovati morti e senza testa sull’isola di Tuckernuck. Questa località si trova a largo della costa di Nantucket, in Massachussetts. Tanti biologi e semplici appassionati naturalisti hanno speso diversi anni risolvere questo mistero che, fino ad ora, rimane ancora senza un colpevole.

La strana predazione del millepiedi gigante americano
millepiedi gigante americano

Il caso del millepiedi gigante americano

A partire dagli anni ’40 del secolo scorso, gli abitanti di Tuckernuck hanno iniziato a trovare lungo le strade, i giardini e i vialetti di casa numerosi esemplari di millepiedi gigante americano senza testa. Il motivo di questo “massacro” è stato subito evidente per gli scienziati: il Narceus americanus era la preda di qualche altro animale che ne andava ghiotto.

Anche il motivo per cui mancava la testa del millepiedi gigante americano era abbastanza ovvio per gli esperti. Infatti, il corpo di questi artropodi è dotato di ghiandole velenifere ad accezione della testa e dei primi cinque segmenti del torace. Per questo motivo, i predatori si cibano solo delle parti del millepiedi gigante americano che non hanno ghiandole velenifere.

I sospettati

Gli esperti hanno individuato quattro principali sospettati. Il primo è una specie di arvicola tipica di Tuckernuck. Questi roditori sono molto selettivi nella scelta del cibo e potrebbero aver sviluppato una predilezione per il millepiedi gigante americano. I sospetti sono ricaduti anche sul touì macchiato (Pipilo maculatus), un passero molto abbondante sull’isola, dove oltre 175 esemplari di questa specie vi trascorrono l’estate.

Altri biologi hanno invece trovato delle somiglianze con gli atti predatori effettuati dalle larve dello scarabeo lucciola. Nel 2022 Skylar Kardell e Lily Morello si avvicinarono a trovare il colpevole della predazione del millepiedi gigante americano. I due studiosi osservarono un gracchio beccare diverse volte la sua vittima. Che fosse la prova tanto cercata? Sfortunatamente per i due scienziati l’osservazione si rivelò un buco nell’acqua, poiché il numero di gracchi presenti sull’isola non giustificava l’enorme numero di esemplari di millepiedi predati.

Un fenomeno unico

Diversi studiosi si sono dedicati a trovare il colpevole della predazione del millepiedi gigante americano. Nel corso degli anni sono state fatte diverse ipotesi, tutte plausibili, dal momento che una simile predazione non avviene solo a Tuckernuck ma anche in altre regioni del Nord America. L’elemento che rende la predazione su quest’isola così strana è l’enorme quantità di esemplari di millepiedi gigante americano che vengono mangiati.

Vista la ciclicità e la stagionalità con la quale si presenta il fenomeno degli esemplari di millepiedi gigante americano senza testa, verrebbe da cercare il predatore tra quegli animali che non trascorrono tutto l’anno sull’isola. Per questo motivo, l’attenzione è ricaduta nuovamente sul Touì. Nonostante i decenni passati a studiare questo fenomeno, non sono ancora state raccolte delle prove che permettano di individuare definitivamente il predatore.

Il fascino del mistero

L’aspetto che ha spinto diversi scienziati a studiare il fenomeno della predazione degli esemplari di millepiedi gigante americano sull’isola di Tuckernuck è proprio il fascino del mistero. L’uomo è catturato dall’ignoto e cerca costantemente delle risposte a ciò che non conosce. E’ questo il motore che ci spinge alla ricerca e all’esplorazione e che ci permette ogni volta di far luce sulla meravigliosa natura che ci circonda.


Emmanuele Occhipinti
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Una passione per la natura coltivata fin da piccolo mi ha condotto a studiare Scienze dell’Ambiente e della Natura ma, in seguito ad un sogno rivelatorio (se si vuole credere a questa versione), mi sono ritrovato con carta, penna ed un sogno nel cassetto.
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Una passione per la natura coltivata fin da piccolo mi ha condotto a studiare Scienze dell’Ambiente e della Natura ma, in seguito ad un sogno rivelatorio (se si vuole credere a questa versione), mi sono ritrovato con carta, penna ed un sogno nel cassetto.
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