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La pesca del pesce azzurro può essere sostenibile?

La pesca del pesce azzurro può essere sostenibile?

Il progetto Blufish di Marine Stewardship Council in Italia riguarda anche la pesca sostenibile del pesce azzurro.

Garantire la sicurezza alimentare a livello globale è una delle più grosse sfide che dovrà affrontare l’umanità. Anche perché l’alimentazione dovrà essere sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. La pesca sostenibile del pesce azzurro può essere una delle strade da percorre per rendere accessibile una fonte di proteine alla popolazione in crescita.

La pesca del pesce azzurro può essere sostenibile?
@envatoelements

Il pesce azzurro e la pesca sostenibile del progetto Blufish

Con il termine pesce azzurro si racchiude una serie di pesci appartenenti anche a specie diverse. Tra queste troviamo, ad esempio, il tonno, le sardine e gli sgombri. Questi animali hanno però delle caratteristiche in comune. Infatti, queste specie di pesce azzurro vivono in banchi e prevalentemente in mare aperto; hanno colore tendente al blu e, solitamente, hanno un alto contenuto di grassi.

Alcune specie di pesce azzurro rientrano tra gli animali ittici interessati dal progetto Blufish. Quest’ultimo è realizzato da Marine Stewardship Council, un’organizzazione no-profit che si occupa di pesca sostenibile. Il progetto coinvolge l’Italia, un Paese con l’80% dei suoi confini che sono bagnati dal mare, attribuisce un ruolo economico alla pesca ma il 73% delle sue riserve ittiche sono sovrasfruttate.

Blue Food: non solo pesce azzurro

La pesca sostenibile non riguarda solo il pesce azzurro. Infatti, il concetto di rispetto delle risorse ittiche è da allargare a tutto il Blue Food. Con questo termine si intende tutti gli alimenti che provengono dagli oceani, dai fiumi e dai laghi. Il Blue Food può essere la chiave per fornire nutrimento a lungo termine alla popolazione mondiale in maniera sostenibile.

Infatti, la pesca sostenibile del pesce azzurro e, più in generale, del Blue Food ha un minor impatto ambientale rispetto alla maggior parte degli alimenti di origine animale prodotti sulla terraferma. Innanzitutto, perché il Blue Food non richiede la stessa quantità di acqua dolce e di suolo. Inoltre, non vengono utilizzati i fertilizzanti e mangimi.

Stop alla pesca eccessiva e non sostenibile

Il pesce azzurro e il Blue Food possono essere una soluzione per garantire la sicurezza alimentare solo se viene applicata una pesca sostenibile. Purtroppo, continuano ad aumentare i stock ittici sovrasfruttati. Negli anni ’70 erano circa il 10%, mentre oggi sono aumentati fino al 35%. Ciò provoca dei danni agli ecosistemi marini e alle comunità di pescatori, la cui sopravvivenza è legata alla salute delle specie ittiche.

La possibilità di migliorare c’è. Infatti, secondo le Nazioni Unite, il 98% degli stock ittici attualmente sovrasfruttati potrebbe essere ricostituito entro la metà di questo secolo. In questo contesto si inserisce anche la Blue Transformation. Si tratta della strategia delle Nazioni Unite per valorizzare il contributo dei sistemi alimentari acquatici nel garantire la sicurezza alimentare globale.

I benefici della pesca sostenibile

Secondo le stime presentate da Marine Stewardship Council, un futuro sostenibile è possibile. Infatti, se tutte le attività di pesca mettessero in pratica delle misure sostenibili, si potrebbero avere 16 milioni di tonnellate di pesce in più ogni anno. La pesca sostenibile garantirebbe che una cifra simile non abbia conseguenze devastanti sulle popolazioni ittiche.


Emmanuele Occhipinti
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Una passione per la natura coltivata fin da piccolo mi ha condotto a studiare Scienze dell’Ambiente e della Natura ma, in seguito ad un sogno rivelatorio (se si vuole credere a questa versione), mi sono ritrovato con carta, penna ed un sogno nel cassetto.
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