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La patata d’oro contro la malnutrizione

La patata d’oro contro la malnutrizione

Contiene più vitamine A ed E. Ideata negli Stati Uniti e realizzata in Italia, la super-patata punta a risolvere il problema della malnutrizione nei paesi in via di sviluppo.

Quando si parla di organismi geneticamente modificati è facile storcere il naso e mettersi sulla difensiva. Dopotutto il nostro paese e da sempre campione del cibo naturale tanto che, secondo un’indagine di Coldiretti, quasi 8 italiani su 10 si oppongono all’idea degli OGM. Tuttavia è innegabile il fascino di un alimento in grado di contenere una maggiore quantità di sostanze necessarie al sostentamento umano. È questo il caso della «super» patata ideata dall’Università dell’Ohio e realizzata in Italia da ENEA, l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie.

Più vitaminica

Secondo quanto pubblicato sulla rivista PLOS One, la patata sperimentale potrebbe rappresentare la chiave per prevenire molteplici malattie nei paesi in via di sviluppo grazie a una superiore concentrazione di sostanze nutrienti. Il tubero OGM infatti conterrebbe fino al 42% della quantità giornaliera raccomandata per bambini di vitamina A e il 34% della quantità raccomandata di vitamina; le donne in gravidanza potrebbero assumere rispettivamente fino al 15% e al 17%.

La prospettiva è particolarmente interessante soprattutto considerando che la patata è la quarta coltivazione più comune sul pianeta dopo riso, grano e mais ed è particolarmente diffusa nei paesi in via di sviluppo grazie alla sua capacità di crescere in variegate condizioni atmosferiche e del suolo. Proprio in questi paesi è elevata l’incidenza di malattie legate alla carenza di vitamine A ed E: riuscire a coltivare una patata in grado di sopperire a questa carenza potrebbe fare la differenza.

Una scoperta quasi per caso

Nei laboratori della Ohio State University un team di ricercatori guidato dal professor Mark Failla ha ricreato un sistema digestivo umano artificiale con tanto di bocca, stomaco e intestino, per testare l’efficacia dell’alimento. L’obiettivo del test era verificare la disponibilità di beta-carotene nel nuovo tubero mentre «La quantità superiore al normale di vitamina A ed E sono state una piacevole sorpresa» ha ammesso Failla.

La vitamina A è importante per la vista, il sistema immunitario e la crescita: la carenza cronica di vitamina A è causa di cecità infantile. La vitamina E invece protegge contro lo stress ossidativo e infiammazioni: la sua carenza è associata con danni al sistema nervoso, muscolare e immunitario.

Successo anche italiano

C’è anche dell’Italia nello sviluppo della patata super vitaminica. Il tubero infatti è stato prodotto nei laboratori dell’ENEA che ha collaborato con Failla per la realizzazione dell’esperimento. La patata infatti non è attualmente in commercio e, sebbene cibi più nutrienti siano possibili grazie all’incrocio di diverse specie vegetali, il livello nutrizionale della patata in questione è stato possibile solo attraverso la manipolazione dei geni in laboratorio.

La cosiddetta «fame nascosta», cioè la mancanza di micronutrienti nella dieta, è un problema che da decenni affligge molti paesi in via di sviluppo per via del fatto che le colture sono state scelte per la loro produttività e resistenza piuttosto che per il valore nutrizionale. L’obiettivo della «patata d’oro» vuole essere proprio quello di fornire un alimento in grado di sopperire alle carenze di nutrienti. «Dobbiamo mantenere una mente aperta» è il commento di Giovanni Giuliano dell’ENEA e co-autore dello studio parlando dell’italianissima diffidenza per gli OGM: «Il nostro obiettivo è ottenere un cibo nutriente e sicuro per miliardi di persone in tutto il mondo».

Fonti: enea – osu – plos one – il fatto quotidiano


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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