La crisi climatica potrebbe aumentare il rischio di melanoma, dicono gli esperti

La crisi climatica ha un impatto significativo sulla nostra salute e, secondo gli esperti, è possibile che essa porti anche a un aumento dei casi di melanoma nel mondo. Questo potrebbe essere attribuito tanto a cambiamenti del pianeta quanto a sostanziali modifiche nelle nostre abitudini. Nulla è, però, ancora inevitabile e agire per minimizzare i rischi è allora d’obbligo.

Crisi climatica e rischio di melanoma
Gli esperti temono che la corsa della crisi climatica provochi un aumento dei casi di melanoma. Il riscaldamento globale sta facendo schizzare alle stelle le colonnine di mercurio in quasi tutti i Paesi del mondo, tanto in estate, quanto nelle altre stagioni. Per questo motivo più persone trascorrono più tempo all’aria aperta, anche in nazioni in genere tutt’altro che soleggiate, come il Regno Unito. Durante le attività all’esterno preferire vestiti leggeri e corti appare quasi scontato, ma ciò espone la nostra pelle alle radiazioni solari. Lo strato di ozono non si rivela una protezione sufficiente contro i raggi UV, che, anzi, ormai raggiungono il nostro pianeta in quantità significative e l’equazione relativa ai rischi si fa completa.
I numeri
La preoccupazione degli esperti sul rapporto tra crisi climatica e possibile aumento dei casi di melanoma poggia su una solida analisi dei dati. Secondo quanto riportato dal The Skin Cancer Foundation il cancro della pelle è già il più diffuso al mondo. A causare i melanomi sono, poi, essenzialmente le scottature solari. Persino scottarsi una volta ogni due anni aumenta di tre volte il pericolo di sviluppare questo cancro e, in quest’ottica, il moltiplicarsi delle ondate di calore fa paura. Non è una coincidenza allora che il più alto numero di melanomi nel 2020 sia stato diagnosticato in Australia. Stupisce, però, forse, che persino nel Regno Unito i casi di tale tipo di tumori siano cresciuti del 140% tra il 1990 e oggi.
Quindi?
L’aumento dei casi di melanoma non costituisce un’inevitabile conseguenza della crisi climatica. Gli esperti stanno ancora conducendo analisi e le ipotesi contrastanti si susseguono. Dann Mitchell, esperto climatologo dell’Università di Bristol, ha spiegato che tracciare dei trend precisi non è possibile anche e soprattutto perché non possiamo stabilire un collegamento diretto tra una precisa ondata di calore e determinati casi di cancro. Le ricerche sono destinate, dunque, a proseguire per anni. Secondo alcuni, poi, è possibile che il riscaldamento globale finisca per portare le persone a chiudersi in casa, piuttosto che a uscire. L’esposizione alle radiazioni solari diminuirebbe, quindi, invece che aumentare. Preservare lo strato di ozono e diffondere consapevolezza sulla sua importanza resta, poi, un dovere delle autorità.
Mentre gli studi su come la crisi climatica influenzi il rischio di melanoma proseguono dedicarsi alla prevenzione è fondamentale. È bene, dunque, ricordare che il sole può causare scottature da marzo a ottobre. Le ore più pericolose della giornata sono, poi, quelle tra le 11 e le 15. Creme solari, ombra e vestiti leggeri ma coprenti sono i nostri migliori alleati. Una diagnosi precoce può fare il resto.
Fonte: The Guardian
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