inNaturale
Home
>
Just Fashion Transition 2023: tutti i numeri della transizione green nella moda

Just Fashion Transition 2023: tutti i numeri della transizione green nella moda

Al "Sustainable Fashion Forum di Venezia" The European House-Ambrosetti ha fatto il punto sulla transizione green nel settore moda.

Il rapporto Just Fashion Transition 2023, presentato da The European House-Ambrosetti , ha mostrato che la transizione green nel settore moda è ancora tutt’altro che completa. I numeri ritraggono un contesto in continuo mutamento, in cui è però necessario un cambio di passo. Emissioni, riciclo, produzione di rifiuti e sfruttamento dei lavoratori rimangono problematiche pressanti e i costi restano proibitivi. 

Just Fashion Transition 2023: tutti i numeri della transizione green nella moda
@envatoelements

I numeri della transizione green nella moda 

Lo studio è stato presentato al Venice Sustainable Fashion Forum, evento promosso da Sistema Moda Italia, The European House - Ambrosetti e Confindustria Veneto Est. Il quadro che mostra si è rivelato piuttosto contradditorio. Nel 2022 l’UE ha illustrato la EU Textile Strategy, con cui ha cercato di definire un quadro chiaro per regolare lo sviluppo sostenibile in ambito tessile. Delle 14 principali azioni legislative intraprese, però, solo il 51% è risultata condivisa. Il 28% ha riscosso dissenso e fa registrare ritardi di applicazione in ¾ dei casi. 

Nel 2020 i Paesi UE-27 hanno prodotto 6.9 milioni di tonnellate di prodotti tessili finiti, generando 121 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 equivalenti. Per lo scopo sono state utilizzate 175 milioni di tonnellate di materie prime, 24.000 m3 milioni di litri di acqua e 180.000 km2 di terreni. Tra il 2017 e il 2020 però, l’impatto unitario dei prodotti tessili domestici è diminuito del 46,6%, a fronte di un avanzamento tecnologico del 23,3%.

Moda sostenibile e transizione green: pro e contro 

Il report Just Fashion Transition 2023 mostra che perché la transizione green nella moda possa dirsi effettiva le sfide sono ancora molte. Ottenere capi sostenibili costa 2 volte di più, ma il prezzo di vendita al dettaglio è spesso di 4 volte superiore alle spese di produzione. In un contesto in cui la spesa media pro capite dei consumatori è calata tra 2019 e 2021 del 13% toccando quota 662€ ciò rappresenta un problema. 

I costi di materie prime ed energia continuano, invece, ad aumentare. Non meno pressante risulta la questione rifiuti. Ogni anno in Europa i consumatori producono almeno 5.2 milioni di tonnellate di rifiuti tessili, pari a 26 miliardi di capi. Su 35 di questi, 31 finiscono in discarica, 3 vengono riciclati e 1 finisce sul mercato dell’usato. Molti dei prodotti di scarto vengono, per altro, esportati verso Paesi in via di sviluppo. Il 70% delle fibre utilizzate per produrre capi di vestiario e tessuti da arredamento sono, poi, oggi sintetiche.

Come cogliere l’opportunità della transizione green nella moda 

Sostenere la transizione green nel settore moda si dimostra difficoltoso anche per i consumatori. Spesso alle dichiarazioni non fanno seguito i fatti. Il 58% degli acquirenti dichiara di ritenere personalmente importante la questione della sostenibilità del fashion. Molti di questi lamentano, però, una quantità limitata di scelta e, soprattutto tra i più giovani, a essere percepito come un grande ostacolo è il prezzo

Il 50% della popolazione segnala, poi, una carenza d’informazioni, ma a soffrire di tale problematica sono soprattutto le generazioni più anziane. Guardando agli acquisti online, inoltre, i resi ammontano ancora al 30% del totale e il 70% di questi è dovuto a semplici cambi di idea. Il settore del riciclo appare in grado oggi di gestire il 32% dei rifiuti tessili generati in Europa e vale 4.6 miliardi di dollari solo nel Vecchi Continente. Il mercato si mostra, dunque, interessante, ma tanto a esso quanto a quello del riuso è richiesta un'accelerazione.

La strada verso la transizione green nella moda è ancora lunga e il report Just Fashion Transition 2023 lo sottolinea. Nello studio si legge che a oggi “La fibra sostenibile non esiste”. Entro il 2030 ci si attende, per altro, che la quantità di rifiuti tessili prodotti a livello europeo aumenti del 20%. Appare, dunque, necessario ripensare alle strategie di informazione per le realtà del settore. Importante è anche la sfida sociale. Nonostante i progressi meno del 2% dei lavoratori della filiera a livello globale riceve, attualmente, un salario di sussistenza.


Alice Facchini
Alice Facchini
Scopri di più
Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
Scopri di più
Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità editoriali, i prodotti e le offerte