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“Inverno”, la bellissima poesia di Giuseppe Ungaretti

“Inverno”, la bellissima poesia di Giuseppe Ungaretti

In “Inverno” Giuseppe Ungaretti utilizza la stagione fredda per spiegare attraverso una similitudine i bisogni profondi dell’animo umano.

Inverno” è una poesia di Giuseppe Ungaretti, pubblicata nel 1919 all’interno della raccolta “Derniers jours”. Nei soli due versi del componimento il poeta propone una profonda riflessione in cui la stagione invernale si trasforma in un simbolo. L’animo umano rimane assoluto protagonista dei versi e la parola diventa strumento di indagine introspettiva, tanto individuale, quanto collettiva.

“Inverno”, la bellissima poesia di Giuseppe Ungaretti
@envatoelements

Inverno” di Giuseppe Ungaretti 

Come la semente anche la mia anima ha bisogno del dissodamento
nascosto di questa stagione.

Ungaretti e la poesia breve sull’inverno 

Con “Inverno” Giuseppe Ungaretti condensa all’interno di poche parole un’analogia tutt’altro che scontata. Egli paragona la propria anima, e quindi in realtà l’anima umana in generale, a un seme. Come quest’ultimo, secondo il poeta, essa ha bisogno di un momento di tregua per raggiungere il proprio scopo e rinascere, successivamente, a nuova vita. L’inverno diventa, allora, il momento ideale per trovare riparo e per ritagliarsi un momento di indugio

La neve può fare da coltre sicura sotto cui nascondersi e rimanere lontani dal mondo, nella dimensione dell’introspezione. Il gelo dell’ambiente si trasforma in un invito alla ricerca del calore interiore. Si potrebbe dire che, in un certo senso, l’animo umano avverte la necessità di ritirarsi in una sorta di letargo, attraverso cui l’uomo ritrova l’armonia con i ritmi della natura.

Inverno” e l’idea di poesia di Ungaretti 

Nei brevi versi di “Inverno” è possibile ritrovare le caratteristiche che hanno reso Giuseppe Ungaretti una delle voci più autorevoli del Novecento. Secondo il poeta la parola è uno strumento di indagine e all’arte della poesia spetta proprio il compito di ricercare la realtà. Il miglior modo per farlo è svelare le “analogie” tra i vari elementi che compongono il mondo e l’introspezione diventa parte integrante del processo. 

Immergersi in se stessi significa anche impegnarsi a conoscere il mondo, ma la comprensione non può che arrivare in attimi di improvvise folgorazioni. L’influenza del simbolismo francese è evidente e ogni termine ha, all’interno del componimento, un proprio peso specifico.

Il parallelismo che Ungaretti delinea tra l’inverno in natura e la necessità di riposo che avverte l’animo umano va ben al di là della semplice corrispondenza temporale tra i due contesti. Se l’autunno è stato identificato come la stagione della precarietà e del dolore, infatti, il periodo del gelo fa da controparte e si trasforma nel tempo della tranquillità e del riposo. La neve diventa manto propriamente detto anche per l’interiorità e ogni possibile tratto inquietante della stagione sembra sparire.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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