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L’invenzione della scrittura? Forse 11.500 anni più antica di quanto si pensasse

L’invenzione della scrittura? Forse 11.500 anni più antica di quanto si pensasse

Alcuni simboli in molte pitture rupestri potrebbero fare risalire l’invenzione della scrittura già al Paleolitico Superiore

Ufficialmente, si ritiene che l’invenzione della scrittura risalga a circa 5500 anni fa. Sarebbe comparsa autonomamente nel corso di tre millenni in Medio Oriente, in Egitto, in Cina e nelle Americhe, all’alba delle primissime società stanziali.

Ma oggi un nuovo studio suggerisce un’altra ipotesi. Alcuni simboli, che sono ricorrenti in numerose pitture rupestri sparse per l’Europa e che risalgono al Paleolitico Superiore (50.000-12.000 anni fa), fanno pensare che i cacciatori-raccoglitori avessero già concepito un rudimentale sistema di scrittura.

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Foto: Prof saxx@WikimediaCommons

I simboli e le ipotesi passate

La squadra di ricercatori della University of Durham ha analizzato più di 800 gruppi di simboli dipinti sulle pareti di numerose caverne: Lascaux, La Pasiega, Chauvet, Mayenne-Sciences, Abri du Poisson, Pindal, Pair-non-Pair, Sotarizza, Labastide, Commarque o Parpalló. Si tratta di punti, linee o forme “a Y” dipinti sempre a fianco di figure di animali come uri, cavalli, cervi rossi, salmoni o mammut. Tra l’altro, la somma dei singoli gruppi di simboli associati a un animale non supera mai il numero 13.

Il significato di questi punti e linee fa discutere da decenni. Sicuramente hanno un senso, ma le ipotesi proposte sono innumerevoli: conteggi, simboli magici associati alla caccia, riti di fertilità o iniziazione, cosmologia, pareidolia, misurazioni del tempo, stati alterati di coscienza, o anche semplicemente disegnati per svago.

Un calendario lunare e comportamenti stagionali all’origine dell’invenzione della scrittura

Secondo la nuova ipotesi dei ricercatori, questi simboli potrebbero rappresentare invece un antico e molto semplice sistema di comunicazione. Gli animali raffigurati sono i principali animali da preda dei cacciatori-raccoglitori di quel periodo. A volte, le pitture mostrano queste creature in atteggiamenti particolari, tipo cervi che attraversano un fiume o grandi cervi maschi che bramiscono. Mentre il numero 13, che mai viene superato dalla somma dei simboli, potrebbe essere un riferimento a uno specifico dei 13 mesi lunari che si trovano in un anno solare.

Messo insieme tutto questo, quindi, l’ipotesi è che i simboli fossero un modo per registrare i momenti dell’anno in cui questi animali migravano, si accoppiavano o davano alla luce le nuove nascite. Una tecnica non diversa da quella utilizzata ancora oggi da alcuni popoli nativi, secondo i ricercatori.

Se fosse esatto, considerando che le pitture della Grotta di Lascaux risalenti a circa 17.500 anni fa sono forse le più recenti fra quelle analizzate, l’invenzione della scrittura sarebbe da retrodatare di almeno 11.500 anni. Si tratterebbe di una scrittura rudimentale, fatta di semplici simboli piuttosto che di lettere e parole. Ma pur sempre un modo per comunicare delle informazioni diverso da delle immagini.

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Foto: Enrique@Pixabay

Il dibattito è ancora aperto

Su questa interpretazione non è ancora detta l’ultima parola. E infatti ne sono già state proposte delle altre. Secondo Melanie Chang, paleoantropologa alla Portland State University, i risultati dello studio non sono sufficienti per affermare che ci troviamo di fronte alla vera invenzione della scrittura. Le linee a forma di Y potrebbero rappresentare il bordo del muscolo brachiocefalico del cavallo, un punto di riferimento importante per chi caccia l’animale. Le linee e i punti, invece, potrebbero anche simboleggiare colore e motivi del pelo, o altre caratteristiche anatomiche.


Enrico Becchi
Enrico Becchi
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Scrittore, divulgatore scientifico, giornalista. Con quello che scrivo e racconto cerco di rendere le persone consapevoli di sé stesse e del mondo spaziando fra tanti ambiti, fra le scienze naturali e le scienze di frontiera.
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