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Inquinamento fluviale: la nuova controversa strategia inglese

Inquinamento fluviale: la nuova controversa strategia inglese

Il governo inglese annuncia una riforma degli standard di valutazione dell’inquinamento fluviale. Le associazioni ambientaliste si oppongono strenuamente.

Dopo gli ultimi test sulle acque dolci inglesi appare chiaro che l’inquinamento fluviale sta raggiungendo livelli senza precedenti. Solo il 14% dei fiumi inglesi risulta “Buono” secondo la Direttiva Quadro sulle Acque dell’UE (WFD). James Bevan, direttore generale dell’Enviroment Agency (EA), ha annunciato che dopo la Brexit gli standard di valutazione andranno incontro a una riforma. Le associazioni ambientaliste sono unite nel condannare l’iniziativa.

Inquinamento fluviale

Cos’è la WFD?

La WFD mira all’analisi e alla salvaguardia di ogni bacino idrografico. Vengono analizzati le condizioni dei singoli bacini e l’impatto che l’attività dell’uomo ha su di essi. L’obiettivo è quello di migliorare le condizioni delle acque e di stilare protocolli di comportamenti sostenibili per le industrie. Gli standard di valutazione sono molto rigidi e perché un bacino venga classificato come “Buono” gli step da superare sono quattro. Vengono valutati parametri biologici, fisici, chimici e idromorfologici. Il mancato superamento di uno dei quattro test inficia l’idoneità.

La riforma prospettata da Bevan:

Nel suo discorso tenuto alla Camera di Commercio di Londra, Bevan ha affermato che, dopo la Brexit, la WFD dovrà essere attentamente rianalizzata. Il suo obiettivo è una “Riforma ponderata” che consenta di eliminare quelle norme che non possono portare a un concreto miglioramento. Bevan si schiera soprattutto contro la regola del “o tutto, o niente”. Sostiene che valutando l’inquinamento fluviale secondo questo criterio, si finisce per fornire dati non veritieri e per non rendere giustizia ai passi avanti fatti nei diversi ambiti. L’eliminazione di tale aspetto permetterebbe di valutare separatamente i singoli fattori e di prendere razionali provvedimenti ove necessario.

Le proteste delle associazioni ambientaliste:

Le associazioni ambientaliste, capeggiate da Surfers Against Sewage, hanno inviato una lettera a James Bevan in cui muovono dure accuse all’EA. La paura espressa è che questa riforma porti a giganteschi passi indietro nella gestione dell’inquinamento fluviale e che si tratti di una manovra volta a nascondere gli anni di incuria e di mancati provvedimenti concreti. I firmatari affermano che l’acqua è un sistema e come tale va valutato. Separare un campo dall’altro significa prepararsi ad aggirare la regola scegliendo di volta in volta i criteri adatti. L’accusa avanzata è quella di voler utilizzare la Brexit come un pretesto per abbassare gli standard e per ottenere quindi dati più favorevoli, ma fittizi.

Secondo i piani, la Gran Bretagna, entro il 2027, dovrebbe arrivare a poter dichiarare puliti il 75% dei fiumi. L’obiettivo al momento è decisamente lontano. Qualunque sia la riforma è fondamentale che l’inquinamento fluviale resti un argomento di punta e continui a essere considerato un importante indice di salute ambientale. Su di esso non si può né sorvolare, né fare economia.


REDAZIONE
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