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Il vino equo e solidale

Il vino equo e solidale

Non capita spesso di parlare di vino equo e solidale, ma esistono diversi prodotti che hanno le carte in regola per essere compresi nella categoria. Ecco di cosa si tratta.

I due termini non vengono associati spesso ma a torto. Sono molti gli esempi in commercio di vino equo e solidale, sia nel nostro paese che all’estero, anche se non tutti sono al corrente del reale significato del termine e perché valga la pena acquistarlo un po’ più spesso.

Vino equo e solidale, tra comunità e territorio

Nel termine vino equo e solidale sono compresi diverse tipologie di prodotto: da un lato vini prodotti da realtà con finalità di carattere sociale, dall’altro vini provenienti da associazioni di piccoli produttori da paesi lontani, al di fuori delle maglie della grande distribuzione organizzata. Sono molte le realtà in cui il vino risulti il mezzo per raggiungere un obiettivo più importante. Sia esso la riabilitazione, la raccolta di fondi per iniziative o cause di carattere sociale; oppure la creazione di un sistema che renda il vino sia collante per una comunità che volano per la ripresa di un territorio in difficoltà. Tra gli esempi virtuosi quello del Vino Gorgona, prodotto sull’omonima isola-penitenziario a largo di Livorno dove, grazie alla collaborazione con l’azienda Frescobaldi, i detenuti hanno la possibilità di lavorare la terra al fine del reinserimento in società.

Un altro esempio interessante è il Centopassi, prodotto in Sicilia sui terreni confiscati alla criminalità organizzata. Non solo in Italia però ci sono realtà produttive di vino equo e solidale, infatti in diversi luoghi del mondo esistono piccole cooperative che riescono a mantenersi commercializzando i loro prodotti su canali diversi da quelli della grande distribuzione organizzata. Molti gli esempi provenienti dal Cile, nazione di grandi vini dove tuttavia non esistono solo grandi produttori; così come in Argentina e Sud Africa. L’idea è quella di mettere sul mercato i prodotti a un prezzo che sia sostenibile per il produttore, eliminando gli intermediari, e puntando sulla sensibilità dei clienti di andare oltre le semplici dinamiche di convenienza.

Scegliere un vino equo e solidale, tuttavia, non significa rinunciare alla qualità. L’attenzione, infatti, non è diversa da quella di un prodotto destinato al commercio tradizionale. Non è raro inoltre incorrere anche in vini naturali o biologici, avendo così la possibilità di fare del bene sia alle persone che all’ambiente.


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