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Il pesce è davvero la soluzione alla crisi alimentare?

Il pesce è davvero la soluzione alla crisi alimentare?

Il pesce e gli altri “cibi blu” ovvero alimenti che provengono da mare e oceani potrebbero essere in futuro chiave contro la crisi alimentare.

La popolazione del nostro pianeta è in costante aumento. La sfida dei prossimi decenni sarà nutrire sempre più persone in modo sostenibile, senza gravare ulteriormente sull’ambiente e le risorse del pianeta. Una crisi alimentare sarebbe inevitabile secondo gli scienziati, se tentassimo di sfamare la popolazione mondiale continuando con le scelte alimentari attuali. In particolare una dieta a base di carne sarebbe totalmente insostenibile. Ecco allora che la soluzione potrebbe arrivare dai “cibi blu”, ovvero dai quegli alimenti che arrivano dai mari come pesce, molluschi, crostacei e alghe.

crisi alimentare pesce

Pesce: la chiave contro la crisi alimentare

Il Blue Food Assessment è una iniziativa internazionale che riunisce oltre 100 scienziati da 25 università e istituti nel mondo. Lo scopo dell’iniziativa è valutare il potenziale inespresso dell’alimentazione che arriva dal mare. Una migliore comprensione di questo gruppo variegato di alimenti potrebbe aiutare garantire un’alimentazione nutriente e sostenibile in grado di fronteggiare la crisi alimentare. Gli alimenti che arrivano dal mare sono infatti significativamente più sostenibili di quelli prodotti attraverso l’agricoltura di terra.

Quanto sono sostenibili i “cibi blu”

Secondo una ricerca dell’American University Washington pubblicata sulla rivista Nature; le alghe e i bivalvi d'allevamento, come cozze e ostriche, generano la minor quantità di emissioni di gas serra e consumano meno acqua e superficie per quantità di nutrienti. In cima alla lista di alimenti blu sostenibili ideali contro la crisi alimentare ci sono pesci pescati come sardine e merluzzo. I pesci d’allevamento come salmone e carpa, sebbene con livelli di emissioni più alti di altri alimenti marini, sarebbero ancora molto meno impattanti di animali allevati a terra.

Non solo, secondo gli esperti gli “alimenti blu” hanno anche maggiori benefici nutrizionali rispetto ad alimenti originati da animali terrestri. Rispetto al pollo ad esempio, la trota ha 19 volte più acidi grassi omega-3, le ostriche e le cozze hanno 76 volte più vitamina B-12 e 5 volte più ferro e le carpe hanno fino a 9 volte più calcio.

Una alimentazione a base marina

Quella dell’American University è la valutazione più standardizzata delle pressioni ambientali derivanti dalla produzione alimenti marini mai realizzata. Nelle valutazioni sull’impatto ambientale degli alimenti in genere si tende ad aggregare i “cibi blu” trascurando la vasta gamma di specie che appartengono alla categoria. Avere a disposizione dati specifici consentirà a imprese, e governi di prendere decisioni più informate su come fronteggiare la crisi alimentare.

Attualmente, oltre 2.500 specie di pesci e piante acquatiche vengono catturate o coltivate fornendo sostentamento a più di un miliardo di persone. I ricercatori sperano che nei prossimi decenni i cibi blu diventino ancora più importanti, fornendo non solo una fonte di cibo più sana, ma anche più rispettosa dell'ambiente.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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