Euro

 <div class="wpb_wrapper"> <p>I prodotti, specialmente vegetali, presenti sugli scaffali provengono ancora per lo più da agricoltura tradizionale. La causa di ciò pare non risiedere nella mancanza di buona volontà da parte dei produttori, bensì tra le dinamiche del<strong> rapporto diretto domanda-offerta tra i supermercati e i consumatori</strong>, dai cui potrebbe dipendere il <strong>futuro successo del biologico</strong>.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>Come i supermercati potrebbero favorire il successo del biologico</h2> <p>L’utilizzo delle <strong>sostanze chimiche</strong> funzionali all’agricoltura tradizionale ha un impatto importante sull’ambiente, specialmente in tema di <strong>biodiversità</strong> e sulla salute dei consumatori. Perché allora non si riesce a farne a meno? Le ragioni sono chiaramente molte e variabili, tuttavia una porzione di responsabilità può essere ricondotta ai supermercati e al loro rapporto con i clienti. Diversi <strong>agricoltori</strong> che prospettavano per la loro azienda un futuro di successo con il biologico, hanno visto i loro entusiasmi ridimensionati quando durante le prime fasi<strong> i loro prodotti venivano scartati</strong> per questioni di qualità dalle catene di supermercati che fornivano.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Questa prassi mette gli agricoltori nella condizione di non poter rischiare che i propri prodotti non vengano ritirati, portandoli a scegliere l’opzione più semplice. Il successo del biologico richiede necessariamente che i consumatori , di conseguenza i supermercati, riescano ad <strong>andare oltre i cosiddetti difetti estetici dei vegetali</strong>, conseguenza di un’agricoltura priva di quei prodotti di origine chimica che proteggono la piante. Quello che è richiesto è un cambio di paradigma - per essere onesti, <a title="Leggi anche Gluten free e biologico sempre più in vista al supermercato" href="https://www.innaturale.com/gluten-free-e-biologico-sempre-piu-in-vista-al-supermercato/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">già in parte iniziato</a> - grazie al quale il «buono» venga slegato dal «bello». Una presa di coscienza piuttosto semplice che potrebbe però avere effetti positivi su larghissima scala: per per la <strong>salute, per l’ambiente </strong>e<strong> per la biodiversità</strong>.</p> </div> 

supermercati-biologico

Il futuro successo del biologico dipende anche dai supermercati e, di conseguenza, dalle aspettative dei consumatori. Ecco cosa potrebbe migliorare.

Il successo del biologico dipende anche dai supermercati

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Cercare un prodotto <strong>gluten free</strong> o <strong>biologico</strong> tra le corsie di un supermercato non è mai stato così facile come in questi anni. Non molto tempo fa infatti trovare alcune particolari tipologie di alimenti sugli scaffali richiedeva molta attenzione da parte dei clienti. Oggi non è più così: <strong>le informazioni sono indicate più visibilmente in etichetta</strong> e i supermercati creano <strong>zone specificatamente dedicate al gluten free e al biologico</strong>.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>Supermercati e confezioni stanno cambiando</h2> <p>Oggi è importante saper comunicare con i propri clienti alcuni aspetti dei prodotti che metteranno nel carrello: sulle <strong>etichette</strong> sono diventati sempre più evidenti i riferimenti al senza glutine e alla certificazione biologica. In effetti per gli italiani valori come <a title="Scopri perché ecologie e salute sono importanti per gli italiani" href="https://www.innaturale.com/spesa-piu-ecologica-e-salutista-per-gli-italiani/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">l’ecologia e la salute</a> sono sempre più importanti e non stupisce che i produttori si sforzino di far percepire al cliente il valore delle proprie creazioni.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Non sono solo le confezioni a cambiare, ma anche i supermercati. Gluten free e biologico hanno sempre più spesso delle <strong>zone dedicate</strong>, basti pensare a Carrefour per esempio, che nel suo piano «<a title="Scopri di più sul progetto di Carrefour Act for Food" href="https://www.innaturale.com/carrefour-punta-sul-biologico-con-il-progetto-act-for-food/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">Act for Food</a>» per valorizzare i prodotti bio ha anche ideato spazi appositi dove venderli, come un intero <strong>negozio pop up aperto in Belgio</strong>. È sempre più facile trovare in tutti i supermercati isole dedicate specificatamente a questi prodotti, a cui si aggiungono spesso i <strong>senza lattosio</strong> e i <strong>no-ogm</strong>.</p> </div> 

supermercati-cop

Poco tempo fa individuare un prodotto gluten-free o biologico al supermercato non era semplice, ma oggi le cose stanno cambiando velocemente.


Gluten free e biologico sempre più in vista al supermercato

 <div class="wpb_wrapper"> <p style="text-align: justify;"><strong>Cibo spazzatura</strong> e obesità sono due facce della stessa medaglia, ma chi poteva immaginarsi che la pubblicità avesse un ruolo così determinante in una dieta poco salutare? Uno studio promosso dal <em>Cancer Research UK</em> mostra che la visione di anche solo uno spot in più, che pubblicizzi cibo spazzatura, conduca all’<strong>assunzione annua di ben 18.000 ulteriori calorie</strong>. Si parla dell’equivalente di 60 cheeseburger, per un aumento di peso annuo stimato di circa 2 kg!</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>Il potere della pubblicità</h2> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p style="text-align: justify;">Lo <strong>studio,</strong> il più grande finora sull’argomento, sono stati presi in esame <strong>3.300 bambini e ragazzi, dagli 11 ai 19 anni</strong>, i quali guardavano un media di <strong>21 ore settimanali di televisione</strong>, tra cui mediamente <strong>6 pubblicità di cibo spazzatura</strong>, e consumavano circa 30 snack poco salutari a settimana. Ciò che si è osservato è stato che la semplice visione di una sola pubblicità di cibo spazzatura in più alla settimana conduceva all’assunzione di <strong>18.000 calorie</strong> extra all’anno.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p style="text-align: justify;">L’<strong>obesità</strong> è una questione molto seria e risulta <strong>collegata all’insorgenza di ben 13 forme tumorali, 2 tipi di diabete e a disturbi cardiovascolari</strong>: il collegamento tra <strong>marketing</strong> del cibo spazzatura e il <strong>maggiore consumo calorico</strong>, pone il focus della questione sull’etica dell’industria alimentare. La pubblicità ha per definizione lo scopo di aumentare i consumi, o comunque, di avvicinare i consumatori ad un certo prodotto o marca, ma a quale costo? Quanto risulta sostenibile questa dinamica commerciale che ha un’influenza così dannosa sulla salute dei più giovani? La questione è spinosa e ha già dato adito alla presentazione di proposte per diminuire gli spot di prodotti alimentari poco salutari nelle fasce orarie più seguite dai giovani.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p style="text-align: justify;"><span style="font-weight: 400;">Gli obiettivi delle aziende non dovrebbero pesare sulla <strong>salute dei consumatori</strong> e sulle casse degli stati, il che rende ragionevole l’introduzione di una regolamentazione sempre più necessaria. L’obesità si sta espandendo come una pandemia che affligge miliardi di persone nel mondo, riuscire ad individuare ed isolare anche solo una variabile che concorre alla sua insorgenza, risulterebbe già una vittoria di non poco conto, per la salute, e nei termini di un risparmio di una montagna di denaro per la spesa sanitaria.</span></p> </div> 

Cibo spazzatura: basta la pubblicità per ingrassare bambini

Cibo-spazzatura-basta-la-pubblicità-per-ingrassare

Basta la pubblicità del cibo spazzatura per ingrassare! La scoperta di uno studio sull’obesità che ha messo in evidenza il fatto che un solo spot in più a settimana porti ad assumere ben 18.000 calorie in più in un anno.

Cibo spazzatura: basta la pubblicità per ingrassare

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Tra i cinque prodotti sotto indagine i <strong>peperoni</strong> sono risultati i più trasversali, finendo per venire valorizzati da diversi sfondi tra il bianco, il grigio e il nero. Tra tutti invece le <strong>carote</strong> hanno ricevuto un incremento della percezione di qualità incredibile quando proposte su uno sfondo nero. Secondo i ricercatori l’informazione potrebbe essere<strong> importante per chi lavora con frutta e verdura</strong> e per gli enti pubblici. Per invogliare i consumatori a scegliere una<strong> alimentazione più sana</strong> una presentazione che coinvolga il colore nero potrebbe fare la differenza.</p> </div> 

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Scienza

Frutta e verdura sarebbero più valorizzate quando accompagnate dal colore nero. Potrebbe incentivare la vendita e una spinta per una alimentazione più sana. 

Il nero è il colore perfetto per frutta e verdura

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