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Il frutto delle Esperidi, l'arancia

Il frutto delle Esperidi, l'arancia

Tra leggende e miti ecco la storia dell'arancia, un frutto diffuso in molte parti del mondo le cui origini non sono ancora certe

Con la globalizzazione gli scaffali dei nostri supermercati si sono riempiti di prodotti da ogni angolo del mondo, frutti esotici di ogni tipo hanno cominciato a popolare il reparto ortofrutta, ricordando con le loro inusuali forme posti lontani e storie da raccontare. Eppure ci sono prodotti ‘nostrani’ che ancora nascondono molti segreti tra origini mitologiche, proprietà o impieghi sempre più creativi, e uno di questi è l’arancia amara.

Giunone e Ercole

Secondo la leggenda quando Giove prese in sposa Giunone questa gli diede una pianta dai cui rami pendevano pomi d’oro, le nostre arance, e per paura che questa potesse essergli sottratta decise di nasconderla al sicuro nel giardino delle Esperidi, ninfe dal canto soave. A difesa del giardino infine collocò un serpente con cento teste, il drago Ladone, il quale però non riuscì a impedire a Ercole di rubare i pomi per portare a termine la sua undicesima fatica. Ecco allora che inizialmente questi frutti diventano simbolo di amore e fecondità, pegno di una Dea a suo marito, ed è per questo che i fiori di questa pianta vengono utilizzati durante i matrimoni come simbolo di purezza e castità.

Origini asiatiche

L’origine degli agrumi è molto dibattuta, anche se la maggior parte delle fonti concorda sul fatto che siano comparse inizialmente in Cina, oltre che in Malesia, India e Thailandia. Le prime notizie riportate sugli agrumi si ebbero attorno al 2200 a.C., al tempo dell’imperatore Ta Yu, quando questi frutti venivano inviati a corte da terre lontane come tributi.

In generale gli agrumi ebbero un ruolo di primaria importanza nella civiltà cinese, tanto da poter essere immaginati come controparte asiatica all’uva dei Romani. Furono addirittura costituite delle figure istituzionali col compito di vegliare sulle colture e sui tributi di agrumi. Dalla Cina la diffusione di questi frutti si allargò a gran parte dell’Asia, fino a che il commercio con il Medio Oriente e la civiltà babilonese cominciò a farsi conoscere in tutto il mondo all’epoca conosciuto. Ed è proprio grazie agli arabi che ritroviamo questo frutto in Sicilia: probabilmente coltivato nelle loro terre di origine attorno al nono secolo dopo Cristo, gli agrumi approdarono sull’isola attorno all’inizio del secondo millennio.

L'arancia a tavola

L’arancio è l’agrume più coltivato al mondo, con più di un centinaio di varietà e cultivar: la polpa ad esempio può essere bionda o rossa, a seconda della presenza di antociani, e anche la buccia può avere diversi gradi di coriacità. A livello nutrizionale l’arancia dolce è molto interessante e ampiamente consumata sulle nostre tavole come frutto invernale o alla stregua di succo di frutta, anche se è interessante informarsi sulla provenienza del frutto, non sempre arancione come si potrebbe immaginare.

In molti paesi tropicali infatti la clorofilla presente nella buccia non scompare mai e il frutto, pur raggiungendo la maturità, rimane di un verde brillante. Al contrario, nei luoghi più temperati il fresco induce un cambiamento nel pigmento del frutto. Esiste poi la varietà amara dell’arancia, impiegata abbondantemente in cosmetici e preparati fitoterapici: l’infuso di foglie e fiori è consigliato per curare l’insonnia mentre con le scorze se ne può preparare uno benefico per la digestione, sia stimolando le papille gustative sia interagendo successivamente con la mucosa gastrica. L’olio essenziale dell’arancio amaro viene inoltre impiegato per le sue proprietà antinfiammatorie e disinfettanti.

Orange Fiber

E se dagli scarti di questo frutto si potesse ottenere una fibra adeguata alla produzione di tessuti? Deve essere questa la domanda alla base dell’idea di Adriana Santanocito e Enrica Arena, fondatrici della start up Orange Fiber, all’avanguardia nel riciclaggio degli scarti dell’arancia. Le biomasse scartate dal processo di lavorazione dell’industria agrumicola vengono utilizzati per produrre un filato cosmetico, in grado di rilasciare lentamente l’olio essenziale ancora intrappolato lentamente nell’organismo attraverso la pelle.

Fonti: Food24 - My-Personaltrainer - Wikipedia - Comunedimazzarrasantandrea

Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazione indesiderate.


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