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Il cibo biologico cambierà il mondo agroalimentare?

Il cibo biologico cambierà il mondo agroalimentare?

In molti sono convinti che il cibo biologico cambierà il mondo agroalimentare nei prossimi anni, ma ci sono diversi fattori da considerare prima di sbilanciarsi troppo.

Non è azzardato dire che il cibo biologico cambierà il mondo agroalimentare, almeno in piccola parte. Capire esattamente come questo succederà e quale sarà l’estensione del fenomeno è più complicato e gli esperti invitano a non fare previsioni troppo ottimistiche. Per quanto il settore dei prodotti bio sia in piena crescita infatti non bisogna dimenticare che lo sforzo agricolo attuale, almeno negli Stati Uniti, è prevalentemente indirizzato all’alimentazione degli animali, assieme ad una fetta dedicata ai biocarburanti.

L’agricoltura convenzionale resisterà

C’è chi prevede che tra 10 anni il biologico potrebbe diventare il nuovo convenzionale, ma la realtà potrebbe essere un po’ più complessa. Finora è chiaro che i consumatori sono disposti a fare un investimento in più per la qualità dei loro alimenti, del resto gli alimenti bio continuano a crescere, ma negli Stati Uniti rappresentano solo 1,1% dei prodotti agroalimentari in commercio.

Diversi studi hanno dimostrato che l’attenzione del consumatore sulle pratiche agricole cambia quando non ha un rapporto diretto con l’alimento che sta consumando, un esempio su tutti è la carne, che assorbe il 40% del mais prodotto e il 90% della soia. Questo discorso si applica fino ad un certo punto per l’Europa, dove una legislazione più stringente obbliga i produttori di carne biologica a utilizzare il 95% di mangimi bio negli allevamenti.

D’altra parte il consumatore medio predilige frutta e verdura bio, al punto che certa carne, come quella del maiale biologico, è molto difficile da trovare. Un altro fattore che interviene in maniera decisa è quello dei biocarburanti, che ad oggi assorbe una fetta importante della produzione di mais statunitense.

Cosa serve per cambiare il mondo agroalimentare

Cosa serve al cibo biologico per cambiare il mondo agroalimentare? Sicuramente una maggior attenzione da parte dei clienti, in grado di influenzare con le loro scelte d’acquisto, almeno in parte, la direzione dei giganti del settore. Una parte della questione potrebbe risolverla la grande distribuzione, spingendo per esempio i propri fornitori convenzionali a utilizzare in maniera più efficiente le risorse a disposizione.

Noi europei abbiamo un impatto in qualche modo limitato sui grandi produttori del mondo, ma questo non implica che ci manchi la possibilità di far sentire la nostra voce. Nel vecchio continente gli standard alimentari si sono sempre dimostrati particolarmente elevati, ma c’è ancora un ampio margine per migliorarsi. L’importante è non smettere di chiedere qualità nel proprio piatto, sia per la propria salute che per l’ambiente nel quale viviamo.


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Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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