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Il buco nell’ozono chiuso entro il 2060

Il buco nell’ozono chiuso entro il 2060

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite il buco nell’ozono si sta chiudendo e lo strato protettivo dell’atmosfera potrebbe essere ripristinato entro il 2060.

Il buco nell’ozono si sta chiudendo e lo strato d'ozono potrebbe essere interamente ripristinato entro il 2060. La buona notizia arriva da un rapporto delle Nazioni Unite che ha analizzato la situazione dello strato protettivo dell’atmosfera terrestre. Se tutto continuerà come previsto, nel giro di una quarantina d’anni il «buco» generato dall’attività umana a partire dagli anni ’70 del secolo scorso potrebbe finalmente chiudersi.

Il buco nell’ozono si sta chiudendo

L’ozono è uno strato di gas presente nell’atmosfera terrestre che funziona da «scudo» per piante e animali contro le radiazioni UV provenienti dal sole. Il suo assottigliarsi e i numerosi «buchi» presenti nel corso degli ultimi anni hanno esposto le forme di vita del pianeta a radiazioni solari più forti aumentando quindi il rischio dell’insorgere di tumori. Secondo i ricercatori dell’ONU tuttavia il buco nell’ozono potrebbe essere solo un brutto ricordo ed entro i prossimi 50 anni la situazione dovrebbe tornare alla normalità.

Secondo gli scienziati il successo va fatto risalire agli accordi raggiunti a livello mondiale con il Protocollo di Montreal del 1987 in cui vennero messi al bando diverse sostanze chimiche responsabili dell’assottigliamento dello strato di ozono come clorofluorocarburi (CFC) e idrofluorocarburi (HCFC). Di ozono abbiamo già parlato in relazione al caffè decaffeinato e di come per anni chiedere un «deca» abbia ritardato la chiusura del buco.

Il 2030 e il 2060 le date chiave per l’ozono

Secondo il rapporto lo strato si sta ripristinando al ritmo di circa il 3% a decade dai primi anni 2000. Questo significa che nell’emisfero settentrionale lo strato di ozono dovrebbe interamente ripristinarsi entro il 2030. Nell’emisfero meridionale, dove il danno è stato maggiore, il recupero è previsto attorno al 2050 mentre sulle zone polari, dove buco aveva raggiunto le massime dimensioni, il recupero è previsto appunto entro il 2060.

Il recupero dello strato arriva nonostante un preoccupante aumento delle emissioni di CFC negli ultimi anni, dal 2012 in avanti e specialmente in Cina, che ha di fatto rallentato la «guarigione» dell’ozono. Gli accordi di Montreal e il bando dei CFC ratificato da 197 nazioni è stato definito come «Il più grande esempio di successo per un accordo multilaterale nella storia» da Erik Solheim, il responsabile per l'ambiente dell'ONU. La speranza è che l’esempio fornito dal successo degli accordi Montreal possa spingere più governi a lavorare congiuntamente per intervenire in modo simile sui gas serra e scongiurare la catastrofe annunciata del surriscaldamento globale.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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