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Il biologico sta cambiando il mondo del tè

Il biologico sta cambiando il mondo del tè

L’attenzione per il biologico sta lentamente cambiando il mondo del té: la maggiore attenzione per l’uso di prodotti chimici e l’impatto sull’ambiente sta già facendo vedere i suoi effetti.

Il trend del biologico sta cambiando il mondo del tè, non c’è ombra di dubbio. Gli esperti della bevanda però sono combattuti nel dire se sia esclusivamente un cambiamento positivo o ci siano anche dei rischi di cui tenere conto. Alcuni produttori e influencer si sono ritrovati per provare a rispondere a questa domanda, rilevando quali sono i cambiamenti in atto e prevedendo cosa succederà nei prossimi anni.

Com’è cambiato il mondo del tè

Lo sappiamo, il biologico sta avendo sempre più successo, anche in Italia, dove il 40% dei campi sarà biologico entro il 2030, secondo WWF e FederBio. Il mondo del tè non è rimasto insensibile a questo nuovo modo di concepire l’agricoltura e i prodotti alimentari, facendo proprie le richieste di una nuova generazione di clienti più sensibili. L’utilizzo di fitofarmaci, i famosi pesticidi e erbicidi come il glifosato, è stato il primo a subire pressioni.

Il rinnovato interesse per un’alimentazione biologica ha spinto alcuni produttori di tè a certificare i loro appezzamenti coltivati, dovendo però fare i conti con alcuni problemi: minore produzione da parte delle piante, maggiore incidenza di malattie e maggiori costi di gestione. Tutti questi problemi potrebbero non essere immediatamente risolti da un aumento di prezzo, che invece potrebbe allontanare alcuni clienti.

Il biologico nel futuro del tè

Il problema, secondo Maria Uspenski, fondatrice e SEO di The Tea Spot, è che i marchi più blasonati potrebbero non cercare velocemente di spostare la loro produzione verso un’agricoltura biologica. In effetti, sottolinea la Sig Uspenski, i migliori tè in circolazione non risultano biologici, e non è detto che venga fatta velocemente una scelta in merito, considerata dall’esperta «irrilevante e svalutante».

Un’altra difficoltà che incontrano i produttori è legata all’acquisizione della certificazione in sé: il procedimento per aderire al disciplinare biologico scoraggia il mondo del tè, che nonostante il valore percepito non si decide ad affrontare in chiave massiccia la trasformazione.


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