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Glifosato, l'erbicida che preoccupa l'Europa

Glifosato, l'erbicida che preoccupa l'Europa

L’utilizzo del glifosato, l’erbicida più impiegato al mondo, è stato prorogato di altri cinque anni in Europa. Ma cos’è esattamente il glifosato e perché sta sollevando così tante preoccupazioni?

Con la parola glifosato intendiamo un composto chimico noto in agricoltura come erbicida totale, quindi non selettivo. L’Europa, in una decisione che in molti hanno criticato, ha deciso di prorogarne la possibilità d’uso per altri 5 anni, di fatto ritenendo le preoccupazioni sollevate finora non sufficienti per limitarne l’impiego. Largamente sfruttato nei prodotti della Monsanto, è considerato dallo IARC come «probabile cancerogeno per l'uomo», mentre per EFSA - l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare - è improbabile che costituisca un pericolo. Ecco cosa dovete sapere.

Cos’è il glifosato

Come abbiamo iniziato a spiegarvi nel paragrafo precedente il glifosato è un composto chimico dalle proprietà erbicide totali: non agisce contro un particolare tipo di pianta, le colpisce tutte indiscriminatamente. È il più impiegato prodotto della categoria al mondo, essendo uno degli ingredienti chiave del famoso Roundup, il diserbante della Monsanto a cui diversi OGM sono resistenti, fino al 2001 sotto brevetto. Economico, la sua molecola è conosciuta fin dagli anni ‘50 ma ci sono voluti altri 2 decenni per scoprire le sue proprietà erbicide: ad oggi si stima ne siano state utilizzate 9 milioni e mezzo di tonnellate sui campi.

Dove si trova il glifosato

Paradossalmente, il motivo per cui è stato così largamente impiegato è la sua scarsa pericolosità per l’uomo e la relativa sicurezza per pesci e mammiferi - anche se gli insetti, le api in particolare, potrebbero soffrire un’esposizione prolungata. Oggi viene impiegato non solo nelle grandi piantagioni di soia, ma anche nell’agricoltura di dimensioni relativamente contenuta, fino ai prodotti per il giardino di casa. Lo si utilizza anche in Italia, nonostante il veto sull’ultima decisione Europea, posto assieme alla Francia.

Il suo larghissimo impiego, anche nella manutenzione dei binari per esempio, ha portato ad eccessive concentrazioni nel terreno e nell’acqua di superficie, generando altre preoccupazioni. Allo stesso tempo alcune analisi ne hanno trovate tracce nel grano e nella pasta, sollevando ulteriori proteste dei consumatori.

Il glifosato fa male?

Questo è il punto cruciale di tutta la faccenda: il glifosato potrebbe non essere del tutto privo di effetti collaterali per l’uomo. A questo riguardo lo IARC lo colloca tra le sostanze «probabilmente cancerogene per l'uomo», in categoria 2A. A marzo del 2017 però l’ECHA - l’Agenzia per le Sostanze Chimiche dell'Unione - ha dichiarato che il glifosato non può essere considerato cancerogeno né genotossico, allineandosi al parere dell’EFSA. Esperti della FAO e dell’OMS hanno svolto test su residui di questo pesticida, concludendo che è «improbabile che il glifosato comporti un rischio cancerogeno per gli uomini come conseguenza dell’esposizione attraverso la dieta». Il tema rimane comunque controverso e la paura dei consumatori tangibile, non resta che aspettare ulteriori studi che approfondiscano la questione.


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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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