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I contenitori per il cibo riusabili possono essere peggio di quelli usa e getta

I contenitori per il cibo riusabili possono essere peggio di quelli usa e getta

Una ricerca ha dimostrato che le vaschette monouso usate nella ristorazione takeaway sono più virtuose per l’ambiente rispetto ai recipienti riutilizzabili

I contenitori per alimenti riutilizzabili non sempre sono la soluzione migliore per l’ambiente. A dimostrarlo uno studio di alcuni ricercatori dell’università di Manchester pubblicato sul Journal of Cleaner Production. Nel lavoro si dimostra che le classiche scatolette di plastica molto resistente presentano qualche punto debole rispetto alle vaschette usate comunemente per il servizio takeaway nei ristoranti. Com’è possibile se ci permettono di produrre meno rifiuti? La spiegazione è legata alla quantità di materiale plastico usato per renderle più durevoli e l’energia consumata per lavarle nel corso del tempo, fattori che aumentano la loro carbon footprint.

Una ricerca ha dimostrato che le vaschette monouso usate nella ristorazione takeaway sono più virtuose per l’ambiente rispetto ai contenitori riutilizzabili

La ricerca

Nel dettaglio, la ricerca ha messo a confronto i diversi tipi di vaschette usa e getta usati nel settore della ristorazione per l’asporto con i contenitori ermetici usati in casa. Lo scopo era capire quante volte questi ultimi dovrebbero essere riutilizzati per essere più virtuosi rispetto ai concorrenti nel contesto del takeaway. Oggetto dell’esame sono state le vaschette d’alluminio, quelle in polipropilene (PP) e quelle in polistirene estruso (EPS) dal lato usa e getta e i comuni contenitori in polipropilene impiegati di solito per conservare gli avanzi del pranzo sul fronte “riusabile”. Nell’analisi sono stati valutati 12 diversi impatti ambientali lungo il ciclo di vita dei recipienti. Tra questi, le conseguenze sul surriscaldamento globale e sulle piogge acide, la tossicità dei materiali per gli umani e per gli ecosistemi e gli effetti sul buco dell’ozono.

I risultati del confronto

I risultati hanno dimostrato in modo chiaro che le vaschette in EPS sono l’opzione migliore per l’ambiente. A dirlo sono i dati. Innanzitutto, per creare uno di questi contenitori sono necessari solo 7,8 grammi di materiale grezzo contro i 31,8 grammi dei contenitori in PP usa e getta. Inoltre, la produzione delle vaschette in EPS richiede meno elettricità rispetto alle alternative in alluminio. Venendo al confronto con i contenitori in PP riusabili, questi dovrebbero essere riusati 16 volte per controbilanciare l’inquinamento atmosferico causato da una vaschetta monouso e 208 volte per pareggiare la quantità di risorse consumate nell’intero ciclo di vita.

Osservando invece l’impatto delle comuni “schiscette” sull’ambiente, esse risultano la soluzione peggiore, indipendentemente dal numero dei riutilizzi. Questo a causa dell’elettricità richiesta per riscaldare l’acqua necessaria a lavarle ripetutamente. Elettricità per la cui produzione vengono emesse sostanze, come i metalli pesanti, tossiche per molti organismi terrestri. Senza contare che circa la metà della plastica negli oceani proviene proprio da questi prodotti.

Migliorare il riciclo

Tutto ciò non significa che dobbiamo eliminare tutti i contenitori riusabili. E che non va messa da parte l’idea di sfruttarli il più possibile per sostituirli il monouso e ridurre i rifiuti, pratica promossa dalle persone che sposano lo stile di vita “zero waste”. Il punto che sottolineano i ricercatori è che bisogna essere realistici sul numero di volte che un contenitore deve essere riusato affinché ci siano benefici effettivi per l’’ambiente. Finché non saranno proposte iniziative ben pensate di riuso nella ristorazione, come ad esempio avviene in alcune parti del mondo con i bicchieri-tazze per il caffè takeaway, risulteranno sempre più virtuose le vaschette usa e getta. Creare dei sistemi di riciclo più efficienti potrebbe dunque essere la via migliore da seguire. Almeno per il momento.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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