Gli indigeni dell’Australia vincono contro le trivelle

Le comunità aborigene, oggi, rappresentano appena il 5% della popolazione. Eppure, sono proprio loro a proteggere l’80-90% della biodiversità mondiale. È proprio il caso dell’Australia, dove le trivelle di un’azienda petrolifera minacciavano un arcipelago con un prezioso patrimonio naturalistico e culturale, ma dove le comunità indigene sono riuscite a difendere la loro terra.

Le Isole Tiwi dell’Australia contro le trivelle
Le Tiwi formano un arcipelago di 11 isole che fa parte del Territorio del Nord dell’Australia. È abitato da circa 7000 anni dagli aborigeni del popolo Tiwi, che rappresentano il 90% della popolazione. Ospita molte piante endemiche e animali come le tartarughe olivastre e le sterne crestate, ed è luogo di riproduzione per molti uccelli marini.
Le trivelle del gruppo Santos, una delle maggiori compagnie petrolifere dell’Australia, hanno recentemente puntato gli occhi sul gas che si nasconde nei fondali del Mare di Timor, a ovest delle Isole Tiwi. Ma le comunità locali hanno opposto resistenza, accusando l’azienda di danneggiare le loro risorse alimentari e il legame spirituale che hanno con la loro terra. “Il nostro mare è come nostra madre. Siamo parte del mare e il mare è parte di noi. Santos e tutte le altre compagnie del gas devono prenderne atto”, ha dichiarato Dennis Tipakalippa, anziano del popolo Munupi, uno degli otto clan Tiwi.
La vittoria degli aborigeni
Già nel settembre 2022, la Corte Federale d’Australia si era espressa sul progetto della compagnia, valutando che le comunità locali non erano state correttamente consultate. Tre mesi dopo, lo scorso dicembre 2022, dato che mancava ancora all’appello un confronto fra gli interessi dell’azienda e quelli dei Tiwi, la Corte ha confermato l’invalidazione del progetto.

La storia continua
Questo risultato è stato definito una “vittoria storica”, ma la disputa fra la comunità Tiwi e l'azienda petrolifera non è ancora finita. Le trivelle della Santos meditano ancora di estrarre gas in quella zona dell’Australia entro il 2025, perciò la compagnia punta a rielaborare il piano da circa 2.5 miliardi $ USA coinvolgendo anche la comunità indigena.
