Nel novembre del 2010, quando i rappresentanti dei governi dei tredici Paesi che ancora ospitano tigri selvatiche (Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Nepal, Russia, Thailandia e Vietnam) si sono riuniti in una conferenza straordinaria a San Pietroburgo, il destino della tigre sembrava segnato. Si contavano infatti solo 3.200 tigri libere in natura, contro le 100.000 in Asia del secolo precedente. A causarne il drastico declino è stata l’eliminazione del 95% del loro habitat per via di disboscamento e bonifiche insieme al bracconaggio: la tigre è cacciata per sport, per paura che aggredisca il bestiame domestico e soprattutto per il commercio illegale di parti del suo corpo, a partire dal pregiato manto fino agli organi genitali, che secondo alcune culture possono aumentare la virilità degli uomini.
Al Summit sulla Tigre del 2010 governi, finanziatori e Ong si sono posti l’obiettivo di raddoppiare il numero di tigri selvatiche entro il 2022 attraverso un progetto chiamato TX2.
A un anno dalla scadenza, i dati segnalano la presenza di quasi 4000 tigri libere in natura e WWF, attiva a difesa della specie dal 1973, ha recentemente segnalato dieci importanti vittorie ottenute negli ultimi dieci anni per la salvaguardia della tigre. Si va dal progetto di reintroduzione della tigre dell’Amur in una provincia orientale della Russia al ritorno delle tigri siberiane tra Russia e Cina; dagli sforzi del governo indiano per la conservazione delle tigri (in India se ne contano oggi 2.967 esemplari, circa due terzi del totale), all’impegno del governo nepalese (che potrebbe essere il primo a raddoppiare la popolazione entro il 2022) e di quello del Buthan, che ha visto un aumento di tigri sul suo territorio del 30%. WWF segnala poi l’istituzione nel 2015 di un’estesa area protetta in Russia, il Bikin National Park, la scoperta nel 2017 della seconda popolazione mondiale di tigri indocinesi nel Nord-Est della Thailandia e i tentativi da parte di Kazakistan e Cambogia di reintrodurre le tigri nei loro territori, con il supporto di WWF. Altri traguardi sono stati la nascita nel 2017 della partnership Conservation Assured Tiger Standards (CA/TS) per sostenere i rifugi sicuri per le tigri e la fondazione nel 2019 del Big Cat Public Safety, che limita la possibilità negli Stati Uniti di ospitare tigri solo in alcune strutture, come i santuari o gli zoo accreditati.