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Giardino dei Patriarchi, nel parco di Roma gli alberi più antichi d'Italia

Giardino dei Patriarchi, nel parco di Roma gli alberi più antichi d'Italia

Nel Parco dell’Appia Antica a Roma si trova il Giardino dei Patriarchi dell’Unità d’Italia, un vero e proprio complesso monumentale arboreo.

Collocato all’interno del Parco dell’Appia Antica, il Giardino dei Patriarchi dell’Unità d’Italia è un progetto realizzato in collaborazione tra diverse istituzioni nazionali e locali e ha ottenuto l’avvallo del Presidente della Repubblica. Si potrebbe definire come un grande archivio a cielo aperto degli alberi più antichi d’Italia, testimoni imponenti della storia nazionale.

Giardino dei Patriarchi, nel parco di Roma gli alberi più antichi d'Italia
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Il Giardino dei Patriarchi a Roma 

Nella straordinaria cornice di Villa dei Quintili a Roma è stato inaugurato nel settembre 2013 il Giardino dei Patriarchi dell’Unità d’Italia. Si tratta di un giardino speciale, nel quale sono ospitati 20 alberi da frutto molto antichi provenienti da tutte le regioni d’Italia. Il Giardino dei Patriarchi è considerato una vera e propria banca del germoplasma, in quanto gli esemplari piantati qui sono copie perfette di altrettanti Patriarchi verdi sparsi in tutta Italia. Quelli presenti a villa dei Quintili sono gemelli degli alberi monumentali da frutto più importanti d’Italia.

L’Associazione Nazionale Patriarchi d’Italia 

Il Giardino dei Patriarchi a Roma è un progetto nato dalla collaborazione tra la Soprintendenza speciale per i BeniArcheologici di Roma, Arpa Emilia-Romagna, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ispra, il Comitato per la Bellezza e con il Patrocinio della Regione Emilia Romagna. 

A donare la maggior parte degli alberi è stata l’Associazione Nazionale Patriarchi d’Italia nata a Forlì, dove ha costituito un vivaio con oltre 10.000 talee dei patriarchi più significativi finora individuati. Il patrimonio genetico arboreo raccolto dall’Associazione ha permesso di creare altri giardini dei patriarchi in Emilia-Romagna, come quello della casa-museo dei fratelli Cervi a Gattatico e Villa Ghigi alle porte di Bologna, oltre al Giardino dei Frutti Dimenticati vicino a Rimini.

Il Parco Regionale dell’Appia Antica 

Il contesto in cui è stato realizzato questo progetto è perfetto. Villa dei Quintili si trova infatti all’interno del Parco Regionale dell’Appia Antica, l’area protetta urbana più estesa d’Europa con i suoi 4.580 ettari dal centro della città fino ai Castelli Romani. Il Parco è un museo all’aperto che si sviluppa lungo la Regina Viarum, ai cui lati i susseguono per 16 chilometri tenute agricole storiche, ville imperiali e acquedotti. È il luogo in cui avviene il connubio tra archeologia vegetale e quella in pietra. Qui la storia si fonde con la natura in una superficie che occupa ben 3 comuni: Roma, Ciampino e Marino.

Gli alberi monumentali nati per talea 

I gemelli degli alberi da frutto monumentali più importanti d’Italia sono nati per talea, una tecnica di moltiplicazione vegetativa che consente di ottenere nuove piantine da un rametto appositamente tagliato. Essi rappresentano quindi i Patriarchi arborei più significativi del nostro paese. L’olivo Luras della Sardegna ha 3800 anni ed è il più antico d’Europa con una circonferenza di 13 m. 

L’ulivo millenario di Sanremo è il simbolo della costa ligure, mentre la Lombardia è rappresentata dal ciliegio di Besana Brianza, il più grande del Paese. Il Melo di Fondo del Trentino Alto Adige è il più vecchio d’Italia, mentre il Corinto bianco è un raro vitigno siciliano portato in Italia dai Greci più di 2000 anni fa.

I gemelli dei Patriarchi d’Italia: l’elenco 

Ecco l'elenco dei 20 Patriarchi gemelli: 

  • Abruzzo: fico Reginella di Bucchianico (antica varietà locale) 
  • Basilicata: olivo maiatica di Ferrandina (olivo millenario, il più antico della Basilicata) 
  • Calabria: vite Mantonico di Bianco (vitigno risalente all’epoca magno-greca) 
  • Campania: vite di Taurasi (vite plurisecolare e di dimensioni enormi
  • Emilia Romagna: cotogno antico Faenza (fra i più vecchi d’Italia, produce frutti quasi privi di tannino che si mangiano come mele) 
  • Friuli Venezia Giulia: melo di Campone (il più grande del Friuli) 150 anni
  • Lazio: melograno di Roma (San Giovanni in Laterano, fra i più vecchi d’Italia) 
  • Liguria: olivo di San Remo millenario (l’olivo più antico della Liguria)
  • Lombardia: ciliegio di Besana in Brianza (il ciliegio selvatico più grande d’Italia)
  • Marche: olivo di Campofilone (fra gli olivi più longevi delle Marche) 
  • Molise: olivo di Veanfro (millenario, coltivato già in epoca romana) 
  • Piemonte: melo PUM dal Bambin (uno dei meli più grandi del Piemonte) 
  • Puglia: fico di Otranto (varietà autoctona, fra le più antiche) 
  • Sardegna: olivo Luras (3800 anni, il più antico d’Europa, 13 metri di circonferenza)
  • Sicilia: vite Corinto Bianco (vitigno portato in Italia dai Greci oltre duemila anni fa) 
  • Toscana: corniolo di Montieri (fra i più grandi d’Italia) 
  • Trentino Alto Adige: melo di Fondo (il melo più vecchio d’Italia e forse d’Europa) 
  • Umbria: noce di Poggiodomo, Perugia, (il più grande d’Italia di oltre 5 metri di circonferenza) 
  • Valle d’Aosta: pero Brusson (il pero più grande e vecchio della Val d’Aosta) 
  • Veneto: olivo di San Vigilio (olivo millenario sulle rive del Garda) 

Erika Barani
Erika Barani
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Interprete e Traduttrice Laureata in Linguistica Inglese, da sempre mi interesso di tematiche ambientali e amo gli animali: da loro ho imparato il rispetto per la natura e per tutti gli esseri viventi.
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Interprete e Traduttrice Laureata in Linguistica Inglese, da sempre mi interesso di tematiche ambientali e amo gli animali: da loro ho imparato il rispetto per la natura e per tutti gli esseri viventi.
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