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Futuro elettrico a rischio per la rarità dei minerali

Futuro elettrico a rischio per la rarità dei minerali

Auto elettriche che si guidano da sole con zero emissioni e zero rischi. Il futuro utopico della mobilità dipende tuttavia dalla disponibilità della materia prima.

Il mercato delle auto elettriche è in continua espansione, quello delle batterie di nuova generazione sta facendo altrettanto con previsioni di crescita di oltre il 100% entro il 2024. Secondo gli analisti di Morgan Stanley nel 2050 quasi la metà dei veicoli in circolazione sarà elettrico e, se dobbiamo credere ai progressi quasi giornalieri in materia, si guideranno da soli. Un futuro utopico per la mobilità è quindi a portata di mano? A quanto pare, non è così semplice.

Elementi difficili da trovare

Sempre più produttori di batterie agli ioni di litio infatti sono in difficoltà nell’accaparrarsi elementi chiave per la loro catena produttiva: soprattutto litio e cobalto. La speranza è che una domanda in brutale espansione venga sopperita dalla capacità del settore minerario di trovare nuovi depositi dei preziosi minerali.

Proprio la scarsità di attori in campo acuisce il problema. Al momento oltre un terzo del totale mondiale del cobalto è estratto dal gigante minerario Glencore mentre oltre il 65% della domanda mondiale di cobalto è sopperita dalla Repubblica Democratica del Congo dove l’instabilità politica potrebbe mettere a serio rischio l’estrazione. Il prezzo del cobalto è cresciuto del 90% negli ultimi anni. Altri elementi come il litio stanno vivendo lo stesso problema. La scarsità della disponibilità di litio, estratto principalmente in Cina, ha causato un raddoppio del prezzo dal 2015.

Nuove alternative

Gli esperti tuttavia non sembrano preoccupati, convinti che le difficoltà della catena di approvvigionamento spingeranno i produttori a ricercare nuove alternative. Già Honda lo scorso anno aveva presentato un motore elettrico per il modello Freed, senza la presenza di metalli rari.

Allo stesso modo produttori di batterie come Samsung e LG stanno sviluppando nuovi modelli con maggiore presenza di nickel e meno cobalto e addirittura il Laboratorio per la Ricerca Navale della marina degli Stati Uniti è in accordi per lo sviluppo di una batteria a base di nickel e zinco, elementi molto più accessibili nella attuale catena di approvvigionamento.

Rari, ma non proprio

La «rarità» dei materiali è tuttavia solo di nome e deriva dalla loro definizione scientifica. Sono definiti «rari» perché è inusuale trovarli in natura nella loro forma pura, ma a quanto pare sono decisamente diffusi sulla crosta terrestre alcuni addirittura più dell’onnipresente piombo, solo sono più difficili da estrarre perché tendono a non concentrarsi in depositi come metalli più accessibili e perché richiedono complessi processi produttivi, spesso altamente inquinanti, per essere messi sul mercato.

Il sogno di una mobilità a emissione zero non sarebbe quindi realmente rischio, ma mentre si lavora verso una rivoluzione del modo di viaggiare, rimangono inquietanti ombre a oscurare l’utopica visione. In brutale contrasto coi fasti e proclami è la denuncia che arriva dall’Unicef e da Amnesty International riguardo la condizione disumana dei bambini lavoratori nelle miniere di cobalto in Congo o gli orrori ecologici di Batou, città della Mongolia Interna cinese dove un intero lago di sottoprodotto radioattivo è la testimonianza di cosa comporta la mancanza di regolamenti nell’estrazione dei metalli rari alla base della tecnologia pulita di oggi. Il sogno verde di alcuni è per ora l’incubo nero di altri.

fonti: theguardian.com - fortune.com - thebulletin.org -cbsnews.com - bbc.com - news.com.au


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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