inNaturale
Home
>
Foreste, ora gli alberi "spiegano" su Twitter come cambia il loro ecosistema

Foreste, ora gli alberi "spiegano" su Twitter come cambia il loro ecosistema

Grazie a un programma informatico, alcuni ricercatori riescono a tradurre i dati raccolti nelle foreste in cinguettii che sembrano scritti dalla pianta

Ora anche gli alberi “twittano” per condividere sensazioni e avvenimenti importanti delle loro vite. No, non è uno scherzo. Due progetti scientifici impegnati nello studio degli ecosistemi forestali hanno infatti trovato il modo, attraverso la tecnologia, di tradurre i dati sulle piante in cinguettii da postare sul noto social network. Dati che arrivano dai sensori collocati intorno a specifici alberi messi sotto monitoraggio. Un modo curioso per sensibilizzare le persone su cambiamenti dell’ambiente causati dalla crisi climatica.

Grazie a un programma informatico, alcuni ricercatori riescono a tradurre i dati raccolti nelle foreste in cinguettii che sembrano scritti dagli alber

L’iniziativa

Il primo e per ora unico albero a twittare è una quercia rossa che ha le sue radici nella Foresta di Harvard, nella zona di Petersham (Massachusetts – Stati Uniti). L’iniziativa fa parte di un sistema di un più ampio sistema di monitoraggio messo a punto di progetti Witness Tree e TreeWatch.net. Quest’ultimo è guidato dall’università di Gand (Belgio) e al momento monitora i dati provenienti da 21 alberi sparpagliati in Belgio, Germania, India, Olanda e Regno Unito.

L’obiettivo primario è quello di imparare di più sugli alberi e su come stanno mutando i loro ecosistemi, anche a causa dei cambiamenti climatici. E soprattutto capire come queste trasformazioni influiscono sulla loro vita. Ad esempio, si è scoperto che i periodi di siccità provocano la chiusura degli stomi, i pori presenti sul lato inferiore delle foglie e responsabili dell’entrata dell’anidride carbonica necessaria per la fotosintesi. Quindi, siccità più frequenti possono abbassare l’assorbimento della Co2 da parte delle foreste. Per la raccolta dei dati viene utilizzato un set di sensori in grado di registrare i parametri più rilevanti: un nastro nel tronco monitora il flusso interno dell’acqua; un perno a molla posizionato sulla corteccia misura le variazioni del diametro dell’albero; e, infine, una telecamera registra la caduta delle foglie.

Come twitta l’albero

Nel caso della quercia rossa, i dati raccolti non si prestano solo a essere analizzati da un programma informatico. Vengono anche convertiti in parole e poi nei tweet che alimentano il profilo “A witness tree”. Ci pensano gli algoritmi elaborati appositamente per questo compito. Per ogni parametro specifico ricevuto, il sistema di traduzione sceglie poi automaticamente tra una serie di messaggi preimpostati dai ricercatori e inserisce i dati più significativi. Infine, posta il messaggio scritto in prima persona su Twitter.

Nel 2019, ha continuato a piovere e a nevicare”, recita uno degli ultimi post risalenti a prima della pandemia. “Nel complesso, è stato l’ottavo anno più umido che abbia mai vissuto da quando sono qui nella Foresta di Harvard. Tutti abbiamo bisogno di acqua, ma quando ce n’è troppa ho più difficoltà ad assorbire ossigeno e a mantenere le radici stabili nel suolo”. Proprio a causa della crisi Covid-19, le comunicazioni della quercia sono ferme a marzo 2020.

I piani per il futuro

Questa tecnologia di monitoraggio e comunicazione è ancora in fase embrionale, ma già si studiano i prossimi passi. Il piano è di aumentare il numero di alberi sorvegliati, iniziando a far twittare anche esemplari anche nelle aree urbane e suburbane. L’obiettivo è capire come questi ambienti influiscono sulle loro funzioni. Si pensa già a sensori per il particolato, una delle sostanze inquinanti più presenti nell’aria delle città, grazie ai quali si potrebbe diffondere una maggiore consapevolezza sugli stress ambientali che, in questi contesti, impattano sulle vite degli alberi, ma anche delle persone. La parte più importante del lavoro sarà però la misurazione delle perdite di anidride carbonica causate dalla respirazione delle piante. Comprendendo meglio questo meccanismo, sarà più facile creare un sistema di conteggio più preciso delle emissioni rilasciate in atmosfera e studiare soluzioni più efficaci per ridurle.


Marco Rizza
Scopri di più

Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

Scopri di più

Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità editoriali, i prodotti e le offerte