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Fondi di caffè riciclati diventano la base per la stampa 3D

Fondi di caffè riciclati diventano la base per la stampa 3D

I fondi di caffè possono essere riciclati per creare in un materiale biodegradabile adatto alla stampa 3D sostenibile.

I fondi dei nostri caffè mattutini (e non solo) potrebbero avere una nuova vita. Invece di finire nel bidone dell’umido o in quello del compostaggio, potrebbero invece diventare una risorsa nella nostra stampante 3D. È l’idea che arriva dai ricercatori dell’Università del Colorado Boulder, negli Stati Uniti, che hanno sviluppato un metodo per stampare in 3D una vasta gamma di oggetti utilizzando un materiale composto interamente da fondi di caffè riciclati, acqua e altre componenti biodegradabili. Obiettivo: trovare un sostituto per la stampa 3D a base di materiali termoplastici. 

fondi caffè stampa 3d
@envatoelements

Alternativa riciclabile per la stampa 3D

Oggi, il materiale più diffuso per la stampa 3D è l’acido polilattico o PLA. Si tratta di un materiale bioplastico ottenuto da fonti naturali come mais o tapioca. A dispetto della sua origine tuttavia, il PLA è compostabile solo in impianti specificamente attrezzati e non si biodegrada facilmente nell’ambiente dove può perdurare per secoli in assenza di condizioni ideali, al pari di una materiale plastico tradizionale. Proprio per la sua difficoltà nell’essere smaltito correttamente, gran parte del PLA finisce oggi in discarica. I fondi di caffè riciclati, secondo i ricercatori, potrebbero costituire una solida alternativa facilmente biodegradabile e riciclabile. 

Fondi di caffè per la stampa 3D

Quando beviamo un caffè, solo il 20% del prodotto finisce nel nostro stomaco, il restante 80% diventa un prodotto di scarto sotto forma di fondi di caffè. Il team di ricercatori dell’Università del Colorado ha mescolato fondi di caffè ottenuti dalla normale attività di bar e ristoranti con acqua, gomma di cellulosa e gomma di xantano: entrambe comuni additivi alimentari che si degradano facilmente in un regolare bidone per il compostaggio. Hanno quindi modificato una regolare stampante 3D consentendole di operare col nuovo materiale. 

Il risultato finale è stato particolarmente soddisfacente: quando essiccati gli oggetti stampati coi fondi di caffè riciclati hanno mostrato una resistenza paragonabile al calcestruzzo. I ricercatori hanno quindi realizzato una serie di oggetti come vasi, gioielli o, ironicamente, bicchierini per il caffè. Il materiale avrebbe altre possibili applicazioni anche nell’elettronica sostenibile. Oltre all’essere biodegradabile in condizioni ambientali, il materiale può essere facilmente riciclato venendo triturato e riutilizzato immediatamente per una nuova stampa.

Il futuro sostenibile della stampa 3D?

Potrebbero un giorno i fondi di caffè riciclati diventare la normalità della stampa 3D? Secondo Micheal Rivera, assistente professore del dipartimento di informatica dell’Università del Colorado Boulder che ha guidato il progetto, non sarebbe una ipotesi plausibile. Piuttosto, spiega, potrebbe: «Essere un primo passo importante verso la scoperta e lo sviluppo di materiali veramente sostenibili per la stampa 3D che potrebbero un giorno sostituire le materie plastiche». Niente caffè nelle nostre stampanti 3D, insomma. Almeno per ora.  


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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