Al momento, e per i prossimi 5 anni, l’unica società autorizzata a commercializzare questo novel food su territorio europeo è la Cricket One Co. Ltd. Inoltre, i dati scientifici ottenuti dagli studi relativi a questo nuovo ingrediente sono di sua esclusiva e proprietà e non potranno essere utilizzati da altre aziende senza una specifica autorizzazione della stessa Cricket One. Insomma, almeno nelle prime fasi assisteremo a una condizione di “monopolio” del mercato.
Come viene prodotta la farina di grillo e possibili rischi
La farina di grilli è una polvere parzialmente sgrassata ottenuta dal grillo domestico, l’Acheta domesticus, tramite estrusione. Gli insetti, dopo essere stati sottoposti a un periodo di digiuno di 24 giorni volto a consentire lo svuotamento intestinale, vengono soppressi tramite congelamento. Si passa poi al lavaggio, al trattamento termico, all’essiccazione e all’estrazione dell’olio. L’ultimo passaggio, quello della macinazione, che permetterà di ottenere una vera e propria farina. Da sottolineare che tutte queste lavorazione fanno della farina di grilli un prodotto ultra processato.
Nonostante il via libera dell’Unione Europea resta poi qualche perplessità sui rischi di reazione allergica. Alcuni studi condotti dalla New York Allergy and Sinus Center hanno evidenziato come sempre più persone manifestino reazioni allergiche al consumo di questo alimento, soprattutto nel caso di soggetti che già in precedenza risultavano allergici agli scarafaggi. Di fatto, però, le prove sulle reazioni allergiche sono state considerate inconcludenti da Bruxelles.
A questo va ad aggiungersi il fatto che la maggior parte di questi prodotti provengono da paesi extra UE come Vietnam, Cina e Thailandia, al vertice della poco meritevole classifica dei paesi con il maggior numero di allarmi alimentari.
La reazione degli Italiani
Secondo un sondaggio condotto da Ixe/Coldiretti, il 54% degli italiani sono contrari al consumo di insetti. I rimanenti si dividono tra indifferenti (24%), favorevoli (16%) e astenuti (6%).
Il via libera dell’Unione Europea però apre la possibilità alle industrie alimentari di utilizzare questo novel food come parziale sostituto della farina. Lo troveremo quindi, in percentuali variabili, in pane e derivati, prodotti da forno, salse, spuntini di vario tipo, alimenti in polvere come latte, zuppe e minestre, bevande e dolci. Proprio per la possibile reazione allergica, la presenza della farina di insetti dovrà comunque essere indicata in etichetta.