Le numerose segnalazioni ottenute con la citizen science hanno permesso di rivalutare lo stato di conservazione delle farfalle.
Raccogliere i dati sul campo non è sempre un lavoro facile per i ricercatori. In questo ambito, la citizen science può venire in aiuto, proprio come è avvenuto per il monitoraggio delle farfalle in alcuni Parchi nazionali italiani. In questo caso, le informazioni fornite tramite la citizen science hanno rivelato la presenza di alcune specie di farfalle che si temeva fossero estinte localmente.
La citizen science per monitorare le farfalle
Alcune specie di farfalle non si vedono in Italia da diversi decenni. Ciò ha fatto scattare un campanello d’allarme tra gli esperti di conservazione della fauna. Il peggio, però, sembra essere scongiurato. Infatti, grazie alle segnalazioni ottenute tramite la citizen science, i ricercatori hanno potuto confermare la presenza di alcune specie di farfalle. Queste ultime sono rare, ma non estinte.
Negli ultimi quattro anni sono apparse sull’applicazione iNaturalist diverse segnalazioni di specie di farfalle che erano date per estinte a livello locale. L’applicazione permette di scattare delle fotografie degli animali avvistati, riconoscere la specie di appartenenza grazie ad un database e geolocalizzare l’avvistamento. Grazie la citizen science, i ricercatori hanno una quantità di dati maggiori e i risultati degli studi possono essere così più precisi.
Le farfalle individuate con la citizen science: un caso di studio
L’impiego della citizen science per studiare le farfalle è stato riportato nella ricerca “Unstructured citizen science reduces the perception of butterfly local extinctions: the interplay between species traits and user effort”. La ricerca è stata coordinata dall’Università di Firenze ed è stata pubblicata sulla rivista “Biodiversity and conservation”.
Lo studio guidato dal ricercatore Leonardo Dapporto ha mostrato che alcune specie di farfalle non erano estinte dalle aree naturali italiane. Grazie alle segnalazioni eseguite dai numerosi appassionati di farfalle sono stati aggiornati gli indici di rischio di estinzione dei lepidotteri in Italia. Si parla di circa 250 specie di farfalle presente nei Parchi nazionali italiani. Alla ricerca hanno preso parte anche l’Università di Pisa, di Torino e l’Institute of Evolutionary Biology di Barcellona.
Le specie di farfalle riscoperte con la citizen science
Grazie all’apporto dato dalla citizen science, è stata confermata la presenza di diverse specie di farfalle date oramai per estinte a livello locale. Tra queste spiccano due specie in particolare: Erebia pluto e Erebia gorge. Sono due farfalle che tollerano i climi freddi e, per questo, possono vivere anche fino i 2000 metri sugli Appennini.
Nel 2020 una foto ritrae la Nymphalis antiopa, una farfalla che non si vedeva sugli Appennini dal 1993. Un’attenzione particolare è stata rivolta a Zerynthia cassandra, una specie di farfalla che vive solo nella penisola italiana e che è protetta da leggi nazionali ed europee. Non era registrata nel Gargano dal 1977 e nel Cilento dal 1962.
Farfalle meno a rischio
Le informazioni sulle farfalle ottenute grazie alla citizen science hanno permesso di abbassare il livello di allarme sugli indici di estinzione di circa l’11%. Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia. Infatti, la riduzione degli habitat ed altri fattori stanno comunque mettendo a repentaglio la vitalità delle popolazioni di farfalle. Ad esempio, E. pluto ed E. gorge risentono negativamente degli effetti dei cambiamenti climatici.