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Esposizione a inquinamento atmosferico: i danni per gli anziani

Esposizione a inquinamento atmosferico: i danni per gli anziani

I rischi connessi all’esposizione a inquinamento atmosferico sono noti. Uno studio si è, però, recentemente concentrato sul breve periodo e sulle fasce di età elevate della popolazione. I risultati hanno mostrato che a essere in pericolo sono le loro facoltà cognitive ma hanno anche lasciato spiragli di speranza. Ora la scienza mira ad approfondire la questione, per orientare i governi a provvedimenti efficaci.

esposizione a inquinamento atmosferico

L’esposizione a inquinamento atmosferico:

L’esposizione a inquinamento atmosferico è estremamente dannosa. Nel 2018 ha provocato 8.7 milioni di decessi, rivelandosi il principale fattore scatenante di cancro ai polmoni e la causa di una morte prematura su cinque. Favorisce, poi l’insorgenza di patologie respiratorie, cardiovascolari e di problemi agli occhi. Ciò che è emerso da un nuovo studio, però, è ancora più allarmante. A essere pericolosa non è, infatti, solo una prolungata esposizione, ma anche quella a breve termine, molto più difficile da controllare. Accumuli improvvisi di particelle dannose nell’aria si verificano in caso di incendi, presenza di fumo di sigaretta, utilizzo di griglie a carbone o formazione di ingorghi stradali.

Lo studio sugli anziani:

Un team della Columbia University ha approfondito il rapporto tra esposizione a inquinamento atmosferico e anziani. I ricercatori hanno analizzato le performance cognitive di 954 uomini, con un’età media di 70 anni, residenti nella zona di Greater Boston. Sui soggetti sono stati eseguiti ripetuti test di memoria e di fluidità verbale. Quelli esposti ad alti livelli di PM 2.5 nei 28 giorni precedenti alla prova hanno ottenuto score più bassi. Ciò è avvenuto anche quando il livello delle PM 2.5 risultava inferiore a quello soglia definito dall’OMS. A sperimentare meno effetti negativi sono stati i soggetti in cura con FANS, anti-infiammatori non steroidei, che, dunque, sembrano garantire una certa forma di protezione.

Limitare i danni:

I nuovi dati devono essere attentamente valutati. Una prolungata esposizione a inquinamento atmosferico era già stata collegata a una diminuzione del volume cerebrale in bambini e adulti, così come all’insorgere più frequente di demenza. Ora, però, emergono nuovi interrogativi. È necessario, in primis, condurre indagini più ampie sui FANS, per definirne coerentemente l’effetto. Comprendere, poi, se le alterazioni cognitive dovute all’esposizione a breve temine siano permanenti o passeggere è altrettanto fondamentale. È ormai evidente che il parametro soglia dei 10 μg/m3 di PM 2.5 non è sufficiente e i governi devono intervenire.

L’esposizione a inquinamento atmosferico costituisce una problematica attuale. Il 90% delle persone nel mondo respira ogni giorno aria inquinata. Tutelare le fasce più deboli dovrebbe rappresentare una priorità. Le informazioni riguardanti l’impatto sulle facoltà cognitive degli anziani dovrebbero riportare ognuno di noi sull’attenti.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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