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Ecco come la scienza spera di rendere le olive più buone

Ecco come la scienza spera di rendere le olive più buone

Ricercatori puntano a capire meglio la genetica della pianta per rendere le olive più buone in futuro.

Salutari e gustose le olive e in particolare l’olio derivato sono parte integrante della dieta mediterranea. Le olive sono inoltre alcune delle piante più “elusive” alle moderne tecniche genetiche. Per come il loro genoma è strutturato, e per la sua complessità, la sua decifratura non è semplice. O meglio, non lo è stata. Ricercatori cinesi della Università di Nanjing hanno per la prima volta risolto il "mistero" del genoma delle olive. La speranza è che possa aiutare l'agricoltura in futuro.

olive piu buone

Olive più buone grazie alla genetica?

Le olive e il loro olio sono caratterizzate dal un tipico sapore amarognolo. Il loro benefici per la salute vanno da proprietà antivirali, antiossidanti e persino antidepressive. Secondo i ricercatori, il sapore e questi particolari benefici dovuti all’oleuropeina, un polifenolo tipico della pianta e dei frutti dell’olivo. L’obiettivo dei ricercatori sarebbe proprio quello di accentuare queste proprietà e rendere le olive più buone, migliorandone la resa grazie allo studio della loro genetica.

Si tratta tuttavia di un processo difficile, più difficile che con altre piante. A causa dell'elevato numero di sequenze ripetitive nei loro genomi e della loro natura complessa non è stato semplice capire come “funzionano” le olive a livello genetico. Finora sono erano stati sequenziati i genomi di sole due varietà di olive europee.

Cosa dice la ricerca

Un team di scienziati cinesi, guidati dal dott. Guodong Rao, ha utilizzato le ultime tecnologie di sequenziamento genetico sulle olive. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista internazionale Horticulture Research. Gli scienziati hanno raccolto campioni di foglie di olivo europeo ed estratto il loro DNA. Quindi, hanno utilizzato tecnologie di sequenziamento avanzate per assemblare il genoma finale.

Tra le scoperte del team hanno portato all'identificazione di 202 geni coinvolti nella biosintesi dell'oleuropeina. Si tratta del doppio di quelle conosciute fino ad ora. Gli scienziati hanno anche rivelato che una parte del DNA dell'oliva è simile a quello della soia e del girasole. L’olivo spiegano i ricercatori, è geneticamente più vicino alla pianta di olivastro.

Come potrebbero cambiare le olive in futuro?

Difficile ad ora dire se potremmo avere olive più buone. Certamente conoscere i geni che regolano il funzionamento e la produzione dell’oleuropeina può diventare un forte strumento nelle mani dei coltivatori. Soprattutto grazie alle nuove tecniche di selezione genetica poco invasive che potrebbero portare a varietà di olive e olio di oliva di qualità superiore.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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