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Distillazione e enfluerage: il profumo dalla pellicola ai laboratori

Distillazione e enfluerage: il profumo dalla pellicola ai laboratori

Nella pellicola «Profumo – storia di un assassino» il protagonista dall'olfatto straordinario tenterà di catturare odori e profumi del mondo grazie a queste due tecniche antichissime.

Francia, XVIII secolo. In un miserabile sobborgo di Parigi viene al mondo Jean-Baptiste Grenouille, un bambino abbandonato da tutti ma con un olfatto fuori dal comune, il solo capace di annusare odori impercettibili. Diventato adulto e maltrattato dagli altri uomini, un giorno Grenouille si imbatte nel profumo di una giovane donna. Il ragazzo decide d'istinto di ucciderla per odorare indisturbato la di lei dolce fragranza, ma quest'ultima presto svanisce. Da qui in poi trova la sua ragione di vita: sapere come estrarre e distillare gli odori di tutte le cose.

E questo obiettivo lo porterà, inconsapevolmente, a diventare uno spietato assassino di innocenti ragazze per ottenere l'essenza perfetta. È questa in sintesi la trama del film Profumo – storia di un assassino, tratto dal romanzo di Patrick Süskind del 1985. Con un cast eccezionale e con una fotografia caravaggesca, la pellicola offre allo spettatore una bizzarra storia ambientata nell'invisibile mondo dei profumi, ma anche la conoscenza di alcune tecniche per realizzare prodotti cosmetici e farmaceutici dagli odori attraenti.

La distillazione: breve storia e preparativi

Probabilmente di origine mesopotamica, fu elaborata dagli Egizi e perfezionata nel Medioevo dagli Arabi. È una tecnica estrattiva che si basa sul principio secondo il quale la maggior parte delle molecole odorose racchiuse in un fiore, una resina o un grappolo possono essere trasportate dal vapore acqueo. Questo perché gli olii essenziali, ovvero il prodotto finale del processo, hanno la proprietà fisica di essere volatili. Le essenze ottenute mediante la distillazione trovano largo impiego in profumeria, nella preparazione di fitocosmetici, nell’industria alimentare come aromatizzanti; anche nell'aromaterapia per le loro azioni benefiche.

Prima di procedere, è importante scegliere il tipo di pianta aromatica da distillare: può essere utilizzata sia allo stato fresco che allo stato secco, ma soprattutto dev'essere resistente all'ebollizione dell’acqua affinché non perda le sue proprietà olfattive. Per questo si preferisce impiegare una pianta fresca, possibilmente raccolta in giornata e nel suo tempo balsamico, ossia quando la concentrazione di principi attivi all’interno della pianta è massima.

Il procedimento della distillazione a vapore acqueo

Prima di essere posto all’interno del distillatore, il materiale deve essere ripulito da insetti e altre piante infestanti. Nella caldaia o alambicco vengono mescolate le sostanze da distillare con una quantità d’acqua pari a cinque volte il loro peso. Essa viene portata a ebollizione: trasformandosi in vapore, questo passa attraverso il materiale vegetale rendendo le pareti cellulari sempre più sottili fino a determinarne la rottura e la fuoriuscita dell’essenza volatile. L'acqua vaporizzata è quindi mescolata con la base odorosa della sostanza da distillare.

Questo «vapore odoroso» viene poi convogliato in un refrigeratore, una lunga serpentina immersa in un contenitore di acqua fredda. Attuandosi il fenomeno della condensazione, il vapore torna allo stato liquido. E per differenza di densità, l’olio essenziale viene separato dall’acqua anch'essa profumata – ma utilizzata per altri scopi – e raccolto in un vaso raccoglitore. Prima di essere utilizzata nella creazione dei profumi, l’essenza ottenuta dev'essere purificata eliminando le componenti sgradevoli da un punto di vista organolettico.

La tecnica più antica: l'enfleurage a caldo

Un'alternativa alla distillazione è la tecnica dell’enfleurage, sistema di estrazione nato anch'esso all’epoca degli Egizi. Essa sfrutta il principio «il simile scioglie il simile»: essendo gli olii essenziali delle sostanze lipofile, l'enfleurage sfrutta il potere dei corpi grassi di assorbire naturalmente gli odori.

Può essere praticata a caldo o a freddo, a seconda della resistenza delle piante al calore. Vi sono molti fiori, come ad esempio le rose, i gelsomini, le violette o i fiori d'arancio che ad elevate temperature perderebbero la loro fragranza. L'enfleurage a caldo – o macerazione – consiste nell'infusione degli elementi odoranti in grasso fuso a bagnomaria e mescolati per diverse ore. Dopo circa dieci giorni, nei quali si rinnovano quotidianamente i fiori, le miscele ottenute vengono poi filtrate attraverso dei tessuti per ottenere l'unguento profumato, chiamata pommade. Essa può essere utilizzata come essenza solida oppure «lavata» con l’alcool etilico dal quale si ricava l’assoluta, ossia l’essenza floreale pura.

Grasse e l'enfleurage a freddo

Poiché i fiori più fragili non possono essere riscaldati, si sviluppò inoltre la tecnica dell'enfleurage a freddo. Fino alla prima metà del XX secolo era molto diffusa nella zona di Grasse, una piccola città della Provenza, all'epoca rinomato centro per la produzione di profumi, dove anche il personaggio di Grenouille si dirige per apprenderne i segreti.

La procedura consiste nello stendere i petali raccolti a mano su delle lastre di vetro – o telai – ricoperti di grasso che ne assorbono l’odore. I supporti vengono poi sovrapposti l’uno sopra l’altro e lasciati riposare per alcuni giorni. L’operazione viene ripetuta finché il solvente non è saturo, rimuovendo i petali e sostituendone con altri nuovi. In seguito il grasso viene raschiato dai telai, ottenendo la pommade. Come per l'enfleurage a caldo, si può avere l'essenza aromatica pura filtrando la pomata con alcool etilico, dal quale si raffinerà il profumo. Oggi entrambe le tecniche sono state quasi del tutto abbandonate per gli elevati costi e per i tempi molto lunghi di lavorazione, oltre che per la resa dei fiori. Basti pensare che sono necessari 8.000 fiori di gelsomino per fare un grammo di essenza.

Fonti: wikipedia.org - wikipedia.org - inherba.it - accademiadelprofumo.it - fragonard.com


Jacopo Orlo
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Studente di Giornalismo, la mia passione è tutto ciò che riguarda il mondo dell'intrattenimento: cinema, fumetti, serie tv, videogiochi. Alla ricerca di cose nuove e stimolanti che possano essere condivise con chi nutre le mie stesse passioni.
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