Dighe, cambiando la distribuzione dell’acqua hanno spostato i Poli

Le attività dell’uomo hanno alterato gli equilibri del pianeta in diversi modi e la costruzione di dighe in grado di contenere enormi quantità d’acqua non fa eccezione. Queste, oltre a causare problemi a diverse specie, sono risultate infatti in grado persino di cambiare la distribuzione della massa terrestre e quindi di provocare oscillazioni nella posizione dei Poli. L’impatto degli enormi colossi arriva anche ad influenzare l’innalzamento dei livelli del mare.

Dighe, acqua e gravità
Le dighe e la quantità di acqua che contengono sono state al centro di uno studio pubblicato in Geophysical Research Letters. I ricercatori hanno dimostrato che le enormi dosi di liquido che esse trattengono sono in grado di favorire un fenomeno noto come spostamento dei Poli. La dinamica è questa: la crosta terrestre poggia sul mantello e questo strato sottostante ha una consistenza plastica, simile a quella di un fluido molto viscoso. Dove la massa si accumula, quindi, la crosta spinge verso il basso.
Questa redistribuzione causa cambiamenti nella rotazione terrestre e nella posizione dell’asse intorno a cui questa avviene. A spostarsi sono, quindi, anche i Poli geografici, dato che essi coincidono con i punti di un corpo celeste in cui l’asse di rotazione interseca la superficie del corpo stesso. Lavori passati hanno evidenziato che a influenzare tale meccanismo possono anche essere scioglimento dei ghiacci ed estrazione di acque sotterranee.
Lo studio sull’acqua nelle dighe e i Poli
I ricercatori hanno analizzato l’impatto dell’acqua trattenuta da 6.862 dighe costruite tra il 1835 e il 2011. È stato utilizzato un database pre-esistente che documentava che l’acqua contenuta in tali colossi potrebbe riempire due volte il Gran Canyon. Dai calcoli è emerso che le dighe hanno influenzato la posizione dei Poli in diversi modi, attraverso fasi ben distinte.
Tra il 1835 e il 1954 la massiccia costruzione di strutture tra Nord America ed Europa ha provocato lo spostamento di 20 centimetri del Polo Nord verso il 103° meridiano Est, che attraversa Russia, Mongolia e Cina. Tra il 1954 e il 2011 invece il moltiplicarsi di dighe tra Africa Orientale e Asia ha aggiunto massa dalla parte opposta del pianeta. Il Polo Nord è allora scivolato di 57 cm verso il 117° meridiano Ovest, che corre lungo la parte Occidentale del Nord America.
Dighe e innalzamento dell’acqua dei mari
La redistribuzione della massa terrestre provocata dall’acqua trattenuta dalle dighe ha causato uno spostamento complessivo deli Poli di 113 centimetri. La maggior parte del movimento è avvenuta nel XX secolo, quando si è verificato il boom nella costruzione di tali strutture. Lo spostamento non risulta per altro lineare. A dare problemi è anche il fatto che tale dinamica appare in grado di influenzare l’innalzamento del livello dei mari.
I colossi, infatti, avrebbero provocato un abbassamento generale delle acque di 23 millimetri. Considerando che si stima che le acque si alzino di circa 1.2 millimetri all’anno, è chiaro che l’impatto del fenomeno deve essere ritenuto significativo e va considerato all’interno dei modelli climatici.
L’acqua contenuta nelle dighe rappresenta un’importante discriminante per le geometrie terrestri. Natasha Valencic autrice leader ha sottolineato che, a seconda di dove vengono piazzati colossi, le varie località della Terra vivranno in modo diverso l’aumento del livello dei mari. Per quanto non ci troviamo sul ciglio di una nuova era glaciale a causa dello spostamento del Polo Nord, ha continuato, ogni fattore va considerato nel quadro globale.
