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Deforestazione in Amazzonia: la piaga continua a dilagare

Deforestazione in Amazzonia: la piaga continua a dilagare

La deforestazione sta distruggendo l’Amazzonia e, nonostante i segnali d’allarme, fermare la piaga in Brasile non si prospetta affatto semplice.

L’Amazzonia ospita 390 miliardi di alberi e costituisce il polmone verde del pianeta. Da anni la deforestazione minaccia questo ambiente unico e ora il timore è soprattutto per ciò che sta accadendo in Brasile. Nella storia recente di questo Paese, infatti, si sono susseguite politiche opposte, ma oggi la situazione sembra destinata al collasso. Visioni contrastanti dominano la scena e gli ambiti su cui intervenire sono molti.

deforestazione

La piaga nella storia:

In Brasile la spinta alla deforestazione ha radici storiche. Nel 1960 il governo iniziò a promuovere la conversione di vaste aree dell’Amazzonia in pascoli. Tra il 1988 e il 2004 sono stati distrutti 20.000 km2 di vegetazione all’anno. Dal 2005 la nuova Ministra per l’Ambiente Marina Silva, invece, con l’appoggio internazionale, ha promosso importanti progetti di conservazione. Nel 2012 il tasso di deforestazione era, dunque, sceso a 4.571 km2 annui. La crisi economica e la successiva elezione di Bolsonaro hanno segnato un’inversione di rotta decisiva. Sotto il segno delle politiche anti-ambientaliste la deforestazione ha toccato i 10.000 km2 nel 2019 e fa segnare continuamente record negativi.

Diverse visioni dell’Amazzonia:

La politica della deforestazione poggia, purtroppo, su solidi cardini ideologici. Molti vedono l’Amazzonia come un luogo arretrato che rappresenta un ostacolo alla crescita economica del Paese. Lo sviluppo viene identificato con attività agricole, spinta industriale e globalizzazione, da cui natura e popolazioni indigene sono escluse. Altri considerano, però, ormai, fortunatamente la foresta Amazzonica come una risorsa da valorizzare, insieme alle tradizioni di chi la abita. Tale ambiente costituisce la più grande culla di biodiversità del pianeta e ne è già stato abbattuto il 17%. Raggiungere il 25% significherebbe toccare il punto di non ritorno e provocherebbe il collasso del bilancio idrico e dell’intero sistema.

Fermare la deforestazione:

Mettere un freno alla deforestazione per il Brasile non appare semplice. Secondo molti la chiave di un cambio di rotta risiede nella politica. Un’eventuale sostituzione di Bolsonaro, però, fornirebbe solo una soluzione a breve termine e sono necessari ben più ampi interventi. L’appropriazione di terre rurali deve essere scoraggiata e i controlli devono essere migliorati. La legge prevede, per esempio, che in terre rurali la vegetazione locale venga mantenuta sull’80% del territorio. Più di un terzo di tali proprietà non sono, però registrate. Tutelare gli indigeni è poi cruciale, così come includerli nella politica nazionale, favorendo una transizione non traumatica.

La deforestazione rappresenta una problematica globale. Gli incendi stanno radendo al suolo intere aree e in giugno i dati hanno mostrato il raggiungimento di un ulteriore record negativo. La capacità dell’Amazzonia di sequestrare CO2 appare già inficiata. Pensare che un giorno la fitta vegetazione potrebbe costituire un fiabesco ricordo, non sembra purtroppo così inverosimile.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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