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Deforestazione: siamo vicini al punto di non ritorno

Deforestazione: siamo vicini al punto di non ritorno

Un nuovo report conferma che la deforestazione è ormai fuori controllo. I progetti di urbanizzazione si moltiplicano e la situazione è critica.

In un report sono stati raccolti gli allarmanti dati relativi alla deforestazione. La costruzione di nuove infrastrutture e l’estrazione di materie prime mettono sempre più a dura prova i polmoni verdi del nostro pianeta. L’umanità ha fallito ogni obiettivo di sostenibilità e rispetto della biodiversità. È arrivato il momento di drastici interventi e rimandare non è più un’opzione.

Report deforestazione

Il report allarmante:

Le foreste di Asia, Africa e Sud America versano in una situazione di costante pericolo secondo una commissione di 25 organizzazioni, la New York Declaration on Forests Assessment Partners. Nel 2014, 50 Paesi e 50 grandi compagnie avevano stabilito di ridurre la deforestazione del 50% entro il 2020 e di eliminarla entro il 2030. Attualmente risulta in crescita e più della metà delle grandi miniere, 1500, si trovano proprio nelle foreste. La commissione ha indagato sul rispetto della biodiversità da parte delle compagnie che le gestiscono. Delle 225 a cui sono stati posti interrogativi solo il 10% ha risposto e ancora meno ha dimostrato di impegnarsi nella conservazione.

Polmoni verdi a rischio:

Secondo il report il tasso di deforestazione è destinato a crescere. Molti Paesi, infatti, sono pronti a investire in grandi progetti di urbanizzazione. In Amazzonia 27 miliardi di dollari serviranno per un ampliamento di 12000 Km della rete stradale e, quindi, per la distruzione di 24000 Km2 di foreste. In Indonesia una ferrovia in Kalimantan spalancherà nuove aree per la produzione di olio di cocco e di palma. Nell’Africa Sub-Sahariana poi, un boom di infrastrutture per l’esportazione di minerali ed energia ha già devastato 400 aree protette. Anthony Bebbington, uno degli autori del report, ha affermato che tali progetti non mirano a semplificare la vita della popolazione, ma ad assecondare gli interessi delle élite.

Drastici interventi:

Ridurre la deforestazione è concretamente possibile. Erin Matson, consulente a Climate Focus, ha sottolineato che, se alle foreste fosse stato dato il giusto valore, molti progetti non avrebbero mai avuto il via libera. Anne Larson, fra i leader di Cifor, organizzazione della commissione, crede che la chiave sia declinare in modo nuovo il concetto di sviluppo. La proposta è una strategia basata sul rispetto della natura e dei diritti umani, con un occhio di riguardo allo stile di vita sostenibile delle comunità indigene. A dover cambiare le proprie politiche sono soprattutto le compagnie minerarie, ma anche i governi, con norme rigorose e divieti, possono dare un significativo contributo.

Tutti gli ecosistemi sono tra loro legati. Franziska Haupt, autrice principale del report, ha sottolineato che solo grazie alle foreste potremo, forse, essere in grado di raggiungere gli obiettivi sul clima. Finché le politiche che considerano la deforestazione come un accessorio effetto collaterale non saranno fermate, il futuro del pianeta resterà in bilico. Il tempo per intervenire è ormai davvero limitato.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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