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Da Rousseau a Monet: il legame tra pensiero ecologista e impressionismo

Da Rousseau a Monet: il legame tra pensiero ecologista e impressionismo

Il rapporto autentico tra gli impressionisti come Monet e Rousseau e la natura può essere considerato come la culla del pensiero ecologista, ecco perché

Sono passati ormai due secoli da quando Claude Monet lasciò libere sulla tela le sue ultime impressioni sulla natura. Eppure, nonostante l’Impressionismo sia uno dei movimenti più esplorati e conosciuti della storia dell’arte, continua ad affascinare per il misterioso e intenso legame che l’artista instaura con l’ambiente che lo circonda.

Ecologia e impressionismo
Foto: unnamed @pixabay

Quando l’arte incontra il pensiero ecologico

Se è vero che a volte è proprio il passato a dirci qualcosa di nuovo sulla contemporaneità, guardare all’impressionismo non può che aiutarci a riflettere sul senso dell’ecologia oggi e a capirne i bisogni più profondi. Non è un caso che il termine "ecologia" sia stato introdotto proprio in quegli anni (1866) e le preoccupazioni ambientali di quel tempo non erano poi così diverse dalle nostre.

In comune, senza dubbio, la forte volontà di non lasciare alle continue trasformazioni della società e del mondo la possibilità di decentralizzare il ruolo della natura. Insieme agli scienziati furono, infatti, gli artisti ad aver ricevuto il compito di pensare la natura come un elemento unitario, nonostante la sua – a volte indecifrabile – complessità.

Il rapporto autentico che gli artisti dell'impressionismo riuscirono ad instaurare con l’ambiente è ciò che di più ecologista ci possa essere oggi e non solo perché ne risaltano l’unità e l’unicità, ma soprattutto perché ne capovolgono l’interpretazione: non più un nemico, ma un amico in cui abbandonarsi totalmente.

La loro opera, grazie ad uno stile nuovo in grado di coglierne gli intenti, sottolinea l’importanza di unire ciò che è in armonia e in conflitto. La Terra, la natura, la società, la modernità, l’uomo vengono così rappresentati in chiave ecologica dove niente è separato, ma tutto è un unicum.

Impressionismo ed ecologia

L’eredità che artisti straordinari come Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Camille Pissarro e i suoi predecessori Théodore Rousseau, Charles-François Daubigny, Camille Corot offrono al nostro presente non si limita all’opera d’arte in sé. Approda invece in tutta la sua bellezza alla dimensione concreta di un pensiero ben preciso sul senso primordiale della natura e, di conseguenza, sulla sua comprensione.

La ricerca del breve istante in un tempo sfuggevole e imprevedibile, la percezione sempre viva e immediata dell’attimo, il desiderio di non rappresentare il vero ma la sua impressione, la spontaneità dello sguardo e l’intima pazienza con cui osservano le più piccole mutazioni della Terra, sono alcuni dei modi con cui gli impressionisti restituiscono dignità e rispetto al paesaggio. Il colore, la luce e l’esecuzione pittorica diventano le armi per gridare al mondo la loro scoperta: la natura è una forza generatrice e l’uomo può integrarsi diventando tutt’uno con essa.

Ma di questo pensiero ne abbiamo fatto davvero tesoro? La forza dell'impressionismo come movimento artistico risiede nell’essere un vibrante gruppo, animato da un forte senso di collettività e di responsabilità. Probabilmente è proprio su questo che l’ecologia deve riflettere oggi, con un po’ di sana nostalgia. In fondo, è il sentimento che più ha ispirato la loro opera.


Cristina Morgese
Cristina Morgese
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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