Come si cuoce la pasta a fuoco spento

In tempi di caro bollette anche le convinzioni più radicate sono pronte a vacillare in favore del risparmio di energia. Non stupisce, quindi, leggere sui social che cuocere la pasta a fuoco spento è possibile. A confermarlo ci ha pensato il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, condividendo un post sull’argomento e consigliando il metodo alternativo. I vantaggi per portafoglio e ambiente appaiono indiscutibili, ma le perplessità non mancano.

Cuocere la pasta a fuoco spento
Nonostante quanto comunemente pensato, cuocere la pasta a fuoco spento è possibile. A mostrarlo ci avevano già pensato diverse figure di spicco, fra cui Davide Scabin ed Elio Sironi, chef, e Dario Bressanini, divulgatore scientifico. Ora a riproporre l’idea è il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, che dichiara di aver provato il metodo e di averlo trovato efficace. La strategia alternativa presenta il costante utilizzo del coperchio come imprescindibile. Si porta, in primis, l’acqua a bollore in modo tradizionale. Una volta buttata la pasta, però, il fuoco deve rimanere acceso solo 1 o 2 minuti. Per il restante tempo di cottura si sfrutta il calore interno della pentola, calcolando un minuto extra di preparazione rispetto a quanto indicato sulla scatola.
Metodo efficace e vantaggioso
Il metodo per cuocere la pasta a fuoco spento appare efficace. Perché la preparazione riesca, infatti, l’importante è che la temperatura all’interno della pentola rimanga al di sopra degli 80 °C. Ciò permette al glutine di coagulare. In termini di risparmio questa strategia alternativa appare, poi, vantaggiosa. Usare il coperchio durante la fase di ebollizione permette già di accorciare i tempi, nonché di evitare il 6% di emissioni e di sprechi di energia. Il metodo alternativo, permette invece di evitare 8 minuti di utilizzo di gas o elettricità, con un risparmio energetico e di emissioni che raggiunge il 47%. Dal punto di vista economico, considerando un consumo medio pro capite di 23.5 kg di pasta all’anno, ogni italiano consumerebbe 44.6 kilowattora annui in meno.
Svantaggi e polemiche
Cuocere la pasta a fuoco spento non è per tutti una grande idea. A preoccupare è, soprattutto, la qualità del prodotto. Lo chef e imprenditore Antonello Colonna ha, per esempio, affermato, pur non contestando l’efficacia del metodo, che esso appare difficilmente utilizzabile nelle cucine dei ristoranti. La pasta cotta in tale modo assume, secondo lui, una consistenza gommosa, che non può essere considerata idonea. In vista della crisi energetica egli ha, dunque, optato per un ritorno alla brace e per l’esclusione dal menu dei piatti che richiedono cotture troppo lente. In ambito domestico, dove gli standard sono meno elevati, è possibile ovviare all’inconveniente facendo attenzione al formato di pasta. Quelli che richiedono una cottura molto lunga sono tendenzialmente da evitare.
Cuocere la pasta a fuoco spento potrebbe, insomma, diventare la nuova frontiera del risparmio. Parisi ha sottolineato che, pur senza ingigantire la questione, divulgare informazioni su questo metodo potrebbe essere importante. Il fisico ha specificato che il momento di un cambio di abitudini è arrivato e fortunatamente, non si tratta di un male.
