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Clima in Perù: il Paese si affida agli antichi contro la siccità

Clima in Perù: il Paese si affida agli antichi contro la siccità

Il clima in Perù è caratterizzato da lunghi periodi di siccità e ora il riscaldamento globale sta rendendo la situazione sempre più insostenibile. La crisi idrica si sta aggravando e le autorità sembrano decise ad affidare le proprie scorte idriche al sapere degli antichi. Approccio slow water e salvaguardia degli ecosistemi sono le parole d’ordine ma, come spesso accade, la transizione non è semplice.

Clima in Perù

Il clima in Perù:

Il clima in Perù è poco clemente e la situazione idrica del Paese è da tempo precaria. Lima, la capitale, ospita un terzo della popolazione nazionale, ma le precipitazioni raggiungono a malapena i 13 mm annui. Le risorse principali sono, dunque, i fiumi Chillón, Rímac e Lurín, che nascono sulle Ande, a 5.000 m di altitudine. Il cambiamento climatico sta intensificando le condizioni estreme e, mentre la stagione delle piogge è ormai ridotta a un periodo di pochi mesi, i ghiacciai sono in continua ritirata. Ai cittadini di Lima sono garantite solo 21 ore di acqua al giorno e l’allarme per il futuro è altissimo.

Soluzioni degli antichi:

Per mitigare l’impatto del clima in Perù sulle scorte idriche la soluzione potrebbe arrivare dall’approccio “slow water”. Esso si basa sull’integrazione tra natura e cultura, che non punta alle barriere e al controllo dei cicli. Ne è un esempio il villaggio di Huamantanga, dove gli abitanti si affidano alle amunas, termine che significa “trattenere”. Si tratta di canali che, durante la stagione umida, deviano i flussi d’acqua verso bacini naturali. Questa s’infiltra nel terreno per poi emergere altrove mesi dopo. Tale tecnica, inventata dagli Huari in epoca preincaica, permette di disporre di scorte anche nei periodi aridi. Favorisce, poi, il ritorno delle acque ai fiumi, la cui portata all’inizio della stagione secca potrebbe aumentare del 33%.

Il futuro del Perù:

Il clima in Perù ha reso necessari interventi immediati. Alcune leggi hanno imposto investimenti in infrastrutture naturali alle compagnie idriche e ora l’obiettivo è compiere ulteriori progressi. Molte istituzioni, fra cui ONU e World Bank si stanno convertendo a questo approccio, ma, nel senso comune, esso rappresenta ancora un’alternativa di nicchia. Boris Ochoa-Tocachi, CEO della società di consulenza ambientale ATUK, ha spiegato che molti urbanisti sottovalutano gli indigeni. In Perù essi hanno mostrato, però, grande competenza nella previsione dei punti di emersione dell’acqua deviata e imparare da loro è d’obbligo. L’instabilità politica del Perù costituisce comunque un ostacolo e promuovere innovazioni nel settore idrico non è semplice.

Il clima in Perù sta mettendo a dura prova la popolazione e presto la stessa sorte potrebbe toccare anche ad altri Paesi. Entro il 2050 1.5 miliardi di persone dipenderà da acque provenienti dalle montagne e trovare soluzioni alternative è d’obbligo. A volte tendiamo a considerare l’acqua corrente un lusso dovuto, ma il rischio di rimanere letteralmente a bocca asciutta, non è mai apparso così concreto.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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