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Cibo vegano troppo costoso? Una ricerca dice invece che si risparmia

Cibo vegano troppo costoso? Una ricerca dice invece che si risparmia

Non è vero che seguire una dieta più salutare e plant based porta a spendere di più, ma per risparmiare non bisogna commettere un errore

Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, ha pensato che seguire una dieta vegana sia molto più costoso di uno stile di alimentazione senza rinunce. Le braccia sollevate verso il cielo probabilmente sono molte. Eppure non è così, almeno secondo una recente ricerca pubblicata sulla rivista Lancet Planetary Health. Scegliere una dieta più ricca di alimenti di origine vegetale, o comunque limitare carne e latticini, può fare risparmiare quando si fa la spesa. Ciò significa che vegani, ma anche vegetariani e flexitariani si ritrovano il portafogli un po’ più gonfio.

Cibo vegano troppo costoso? Una ricerca dice invece che si risparmia

La ricerca

Lo studio si intitola “The global and regional costs of healthy and sustainable dietary patterns: a modelling study” ed è stato condotto da un gruppo di ricercatori dell’università di Oxford. I risultati sono stati ricavati calcolando il costo medio di differenti gruppi di alimenti (compresi riso, frutta, verdura, legumi e pesci) in ciascun Paese sulla base dei prezzi dei prodotti raccolti dalla Banca Mondiale. I costi medi sono stati poi incrociati con le informazioni fornite dalla Fao sulla domanda di cibo e sullo spreco alimentare e con i dati degli acquisti fatti per seguire diete più salutari e sostenibili, come quelle vegana, vegetariana, flexitariana e pescetariana.

Quanto si risparmia

I risultati finali sono stati accolti con una certa dose di sorpresa. Considerando esclusivamente il costo degli ingredienti, optare per una dieta vegana costa un terzo in meno rispetto alle classiche diete “occidentali” caratterizzate da un ampio consumo di carne e latticini. Seguendo, invece, una dieta flexitariana si arriva a risparmiare in media il 14 percento. I vegetariani spendono cifre simili a chi segue uno stile di alimentazione tipico dei Paesi ad alto reddito come l’Italia. Chi preferisce, invece, una dieta pescetariana, ossia tiene nel proprio menu solo pesce e frutti di mare tra gli alimenti carnacei, spende il 2 percento in più.

Il cibo vegano non è troppo costoso

Traducendo tutto questo in numeri, i consumatori che restano affezionati alle diete occidentali spendono poco più di 44 euro a settimana per la propria spesa contro i circa 37 euro sborsati dai flexitariani, i 30 euro dei vegetariani e i 29 euro dei vegani. Questo vuol dire che nel corso di un anno una dieta più ricca di alimenti vegetali può portare un risparmio complessivo di quasi 800 euro.

Convenienza sì, ma occhio a cosa si compra

Uno stile di alimentazione più plant based può essere quindi molto vantaggioso. Ma solo a patto di evitare determinati prodotti. I ricercatori sottolineano infatti che per il loro studio hanno preso in considerazione solo gli ingredienti base e non i piatti pronti, le pietanze d’asporto e i prodotti altamente processati (ad esempio gli hamburger vegani dei supermercati) che di solito costano di più. Significa che se si vuole veramente risparmiare, bisogna rimboccarsi le maniche e cucinare di più, magari provando nuove ricette. Così facendo, oltre a mantenere un saldo del conto corrente rassicurante e a non infierire su clima e ambiente, si mangeranno anche piatti più salutari.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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