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Cibo spazzatura: basta la pubblicità per ingrassare

Cibo spazzatura: basta la pubblicità per ingrassare

Basta la pubblicità del cibo spazzatura per ingrassare! La scoperta di uno studio sull’obesità che ha messo in evidenza il fatto che un solo spot in più a settimana porti ad assumere ben 18.000 calorie in più in un anno.

Cibo spazzatura e obesità sono due facce della stessa medaglia, ma chi poteva immaginarsi che la pubblicità avesse un ruolo così determinante in una dieta poco salutare? Uno studio promosso dal Cancer Research UK mostra che la visione di anche solo uno spot in più, che pubblicizzi cibo spazzatura, conduca all’assunzione annua di ben 18.000 ulteriori calorie. Si parla dell’equivalente di 60 cheeseburger, per un aumento di peso annuo stimato di circa 2 kg!

Il potere della pubblicità

Lo studio, il più grande finora sull’argomento, sono stati presi in esame 3.300 bambini e ragazzi, dagli 11 ai 19 anni, i quali guardavano un media di 21 ore settimanali di televisione, tra cui mediamente 6 pubblicità di cibo spazzatura, e consumavano circa 30 snack poco salutari a settimana. Ciò che si è osservato è stato che la semplice visione di una sola pubblicità di cibo spazzatura in più alla settimana conduceva all’assunzione di 18.000 calorie extra all’anno.

L’obesità è una questione molto seria e risulta collegata all’insorgenza di ben 13 forme tumorali, 2 tipi di diabete e a disturbi cardiovascolari: il collegamento tra marketing del cibo spazzatura e il maggiore consumo calorico, pone il focus della questione sull’etica dell’industria alimentare. La pubblicità ha per definizione lo scopo di aumentare i consumi, o comunque, di avvicinare i consumatori ad un certo prodotto o marca, ma a quale costo? Quanto risulta sostenibile questa dinamica commerciale che ha un’influenza così dannosa sulla salute dei più giovani? La questione è spinosa e ha già dato adito alla presentazione di proposte per diminuire gli spot di prodotti alimentari poco salutari nelle fasce orarie più seguite dai giovani.

Gli obiettivi delle aziende non dovrebbero pesare sulla salute dei consumatori e sulle casse degli stati, il che rende ragionevole l’introduzione di una regolamentazione sempre più necessaria. L’obesità si sta espandendo come una pandemia che affligge miliardi di persone nel mondo, riuscire ad individuare ed isolare anche solo una variabile che concorre alla sua insorgenza, risulterebbe già una vittoria di non poco conto, per la salute, e nei termini di un risparmio di una montagna di denaro per la spesa sanitaria.


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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