Che differenza c'è tra vino novello e vino nuovo?
Vino novello e vino nuovo non sono la stessa cosa. I due aggettivi, semanticamente parenti, traggono in inganno e spesso molte persone tendono a usare queste denominazioni come sinonimi. In realtà si riferiscono a due prodotti diversi tra i quali esiste una precisa differenza. Una differenza che i meno esperti in materia di vini dovrebbero conoscere per non rischiare di chiedere la bottiglia sbagliata o più semplicemente per essere consapevoli di quello che si ha nel bicchiere nel caso di una visita autunnale in una cantina.

Il vino novello
Il vino novello è un cugino stretto di un vino francese, il Beaujolais nouveau. Si ottiene dalle uve appena raccolte nell’annata in corso con una tecnica di vinificazione diversa da quelle classiche, conosciuta come macerazione carbonica. Prevede che i grappoli d’uva interi vengano chiusi in contenitori d’acciaio ermetici. Al loro interno viene poi immessa dell’anidride carbonica e, a causa dell’assenza di ossigeno, si verifica un processo di fermentazione alcolica intracellulare. L’uva non viene pigiata, ma sottoposta a macerazione per almeno dieci giorni, a una temperatura intorno ai 30°C.
Essendo un processo di produzione veloce, che si esaurisce nel giro di poche settimane, il vino non ha il tempo di sviluppare una struttura importante e il corpo, e l’estrazione dei tannini risulta minima. Di conseguenza, il prodotto non è adatto all’invecchiamento e va consumato a stretto giro per apprezzarne le caratteristiche. Per questa ragione, in Italia le normative impongono che venga venduto solo dal 30 ottobre al 31 dicembre.
Il vino nuovo
Diverso è il discorso del vino nuovo. Chiamato anche vino “fresco” è quello che si ottiene dall’ultima vendemmia e che viene consumato subito dopo essere stato prodotto. La differenza sta nella tecnica di produzione: qui non viene utilizzata la macerazione carbonica, ma altri metodi tradizionali. Il vino nuovo potrebbe quindi essere fatto invecchiare al contrario di quanto avviene con il novello. Come quest’ultimo, risulta poco strutturato e quindi, senza affinamento o invecchiamento, va bevuto in fretta per evitare che le sue qualità organolettiche si deteriorino.
La differenza tra vino novello e vino nuovo
Tra vino novello e vino nuovo, la differenza principale riguarda quindi la tecnica di vinificazione. Per poter mettere sull’etichetta della bottiglia la denominazione “novello”, deve essere stata utilizzata la tecnica della macerazione carbonica nei modi specificati dalla normativa italiana. Più informale, invece, la definizione di vino nuovo, un prodotto che può esser considerato il “primo stadio” dei vini classici ottenuti dopo affinamenti particolari o periodi più o meno lunghi d’invecchiamento.
Nel linguaggio quotidiano, tuttavia, “vino nuovo” viene utilizzato per riferirsi anche al novello. I fraintendimenti sono sempre dietro l’angolo, ma se si va per cantine che, tra novembre e dicembre, propongono questo vino, è probabile che chi vi serve capisca la vostra richiesta senza troppi problemi.

Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.
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